In occasione della presentazione del suo libro "Rivoluzione socialista" questo giovedì 26 gennaio, Blasting News ha intervistato il presidente della Regione Toscana ed esponente del Pd Enrico Rossi. Ecco cosa ci ha detto.

'Confermo di candidarmi a segretario nazionale del PD'

Presidente Rossi, conferma la sua volontà di voler sfidare Matteo Renzi come segretario nazionale del PD?

"Certo lo confermo convintamente anche alla luce delle vicende più recenti. Chiedo che si faccia un congresso in cui si discuta e nel quale tutte le anime del partito possano confrontarsi serenamente.E' il caso di iniziare a parlare di una sconfitta, come quella sulla riforma costituzionale ma anche sulle vicende della legge elettorali, e pure del fatto che alle elezioni nei quartieri popolari ci votano sempre meno.Tutto questo ci impone una riflessione profonda sulla strategia.

'No al nuovo Ulivo. Ma voglio un PD che guardi a sinistra'

In un suo articolo di pochi giorni fa ha affermato di non volere un nuovo Ulivo, nè un "campo progressista". Allora quale formula politica ha in mente?

"Beh ovviamente il "campo progressista è un altro gruppo rispetto a me, io sono del PD. La parola progressista non va bene perché ci sono tante cose che oggi vengono definite progresso e invece sono un regresso da tanti punti di vista. Mentre l'Ulivo è un'esperienza che la sinistra ha già fatto, ottenendo risultati importanti come quello di battere Berlusconi, però nasceva da un'idea di funzione della sinistra come contenimento degli effetti della globalizzazione, quindi fa parte di quel sentimento con cui la sinistra è stata anche succube al neoliberismo: basti pensare alle tante privatizzazioni che probabilmente è il caso di rivedere e ridiscutere dato che mostrano crepe pesanti".

Ma un eventuale PD guidato da lei tornerebbe a guardare a sinistra?

"Io ci provo già a guardare sinistra e credo che proprio in rapporto a quella che è stata la sentenza della Consulta, per tornare a vincere occorre avere un segretario che abbia la funzione di federare, nel partito e nella sinistra, e di riportarla al voto. Ben 1/3 dell'attuale elettorato 5 Stelle ha abbandonato il PD perché insoddisfatto dalle nostre proposte. Inoltre c'è un pezzo di società che ci chiede un partito che abbia un'identità di sinistra e che se rimotivato sarebbe disposto a impegnarsi di nuovo".