Di sinistra e non solo ha parlato Matteo Renzi, nel corso di un'intensa conversazione con Fabio Fazio durante la puntata domenicale di "che tempo che fa". "Ho la sensazione - ha detto l'ex premier - che una parte della sinistra non abbia ingoiato il rospo che a guidare il Partito non fosse uno di loro". Per la prima volta dopo il dibattito e le polemiche sulla scissione del Pd, Renzi ha parlato della rottura consumatasi all'interno del Partito Democratico: "Abbiamo fatto di tutto - ha esordito - per evitare che chiunque se ne andasse, ma era già stato tutto scritto da Massimo D'Alema".

"Il problema per la sinistra in Europa non sono io ma la Le Pen"

È un richiamo costante ad occuparsi dei problemi veri, anziché del dibattito interno, quello lanciato ieri sera dal salotto televisivo di "Che tempo che fa" da parte di Renzi: "Il problema della sinistra nel mondo è Trump. Il problema della sinistra in Europa - ha ribadito - è Marine Le Pen, non io".

La sinistra, secondo l'ex Presidente del Consiglio, deve dare risposte sui problemi reali e "rimettere l'Italia al centro, perché i cittadini non ne possono più di questi dibattiti per addetti ai lavori". Subito dopo, Renzi rilancia: "il problema per il futuro non è la tecnologia ma la capacità della politica di reagire".

"Sarà Gentiloni a decidere se dimettersi prima della scadenza"

Durante l'intervista televisiva, Matteo Renzi ha voluto tranquillizzare coloro che paventano una scadenza anticipata della legislatura, ribadendo che si arriverà a febbraio 2018, a meno che non sia l'attuale Premier a decidere diversamente. Nel frattempo, l'ex sindaco di Firenze auspica che "il Parlamento approvi una legge elettorale simile al Mattarellum per consentire ai cittadini la libertà di scelta".

Per quanto riguarda le voci circa una sua presunta "fuga" dalle beghe del Pd, Renzi ha chiarito: "Negli Usa ci sono andato per incontrare alcuni fra i principali esponenti di questa rivoluzione che è in corso e che fa anche paura. Pensiamo ai posti di lavoro che si perderanno. Il problema - ha proseguito - non è se la tecnologia farà perdere posti di lavoro, ma è come la politica reagirà.

Come la politica offrirà un paracadute a chi non ce la può fare". E la risposta, secondo l'ex premier, non può essere "il reddito di cittadinanza che è rassegnazione, mentre nel Paese ci vuole energia".

"Quando il Governo va in Europa deve essere sostenuto da tutti"

Renzi rivendica il fatto che l'Italia non è mai stata sottoposta "a procedure di infrazione da parte dell'Ue, ma quando l'Europa richiama al rispetto dello zero virgola sui conti - ha affermato - deve tenere conto di quello che il Paese ha vissuto in questo anno e deve abbandonare l'idea di codicilli e ridarsi un'anima".

"Sulle tasse non sono contento di quanto abbiamo fatto - ha dichiarato apertamente il leader politico - ma qualche passettino lo abbiamo compiuto".

E la sfida a breve termine per l'Europa è "darsi un sistema fiscale omogeneo".

Renzi riconosce anche gli errori commessi: "sul piano della comunicazione abbiamo sbagliato, facendo passare l'idea che fosse tutto facile - ha spiegato - quando invece si è trattato di una vera e propria impresa".

"C'è un valore che la sinistra deve accettare - ha concluso Matteo Renzi - è che se vince uno che non viene dalla storia di prima, deve essere lasciato nelle condizioni di lavorare".