Finisce prima ancora di iniziare l'avventura di Michael Flynn come consigliere per la sicurezza degli Stati Uniti, nominato da Donald Trump ma che ha rassegnato le dimissioni dopo aver ammesso i suoi contatti troppo anticipati con l'amministrazione russa relativi alle sanzioni americane nei confronti del nemico storico degli Stati Uniti.
Flynn ha anche mentito al vicepresidente Pence ed all'Fbi, in quanto ha negato di averlo fatto, ma il suo reato consiste nell'aver promesso la revoca delle sanzioni prima ancora di prestare giuramento e quindi da privato cittadino.
Questa è la versione ufficiale ma ovviamente i democratici si sono attivati per capire se invece, su questa vicenda, sia Trump che la sua squadra di governo, fossero invece ben informati per poi far finta di nulla al momento dell'emergere di questa vicenda scottante.
La politica di Donald Trump
Sicuramente il nuovo Presidente degli Stati Uniti si sta muovendo in maniera molto ambigua.
Inizialmente si è dichiarato a favore del popolo ma il suo schieramento di fedelissimi è composto per lo più da membri appartenenti all'alto rango della società.
Quindi è passato ad accusare Cina e Giappone di manipolare i cambi, ma con le sue dichiarazioni sta facendo altrettanto per il dollaro americano.
Inoltre ha subito cambiato atteggiamento nell'incontro con Abe, premier giapponese ed allentato la tensione con Pechino per evitare una guerra commerciale.
Distensione anche con il primo ministro canadese Trudeau, con il quale ha parlato di Nafta evitando però di toccare il tema immigrazione sul quale è in corso un vero e proprio scontro con il Messico, altro membro di questo trattato commerciale a rischio.
Inoltre sta continuando con la lista dei Paesi arabi a cui verrà applicato il ban di entrata negli Stati Uniti per motivi di sicurezza, lasciando fuori ovviamente l'Arabia Saudita, troppo importante per gli accordi petroliferi e quindi di particolare interesse per Trump.
L'intrigo internazionale di Flynn
Tutta la vicenda recente relativa a Michael Flynn è venuta alla luce con le prime rivelazioni da parte del Washington Post a partire dal mese di gennaio.
Successivamente il caso andò avanti diventando di competenza della Cia ed ora dopo le false testimonianze dell'ormai ex consigliere per la sicurezza nazionale, lo scenario si prospetta abbastanza complicato e senza precedenti.
Il fatto grave è di aver commesso un reato quando ancora non era in carica e di aver discusso di informazioni segrete con la controparte rappresentata dall'ambasciatore russo Serghey Kyslyak.
Da parte russa sono ovviamente arrivate le smentite per conto del portavoce del governo Dimitry Peskov.
Ex generale e capo della principale agenzia militare d'intelligence per l'estero, Michael Flynn è il secondo uomo dopo Rex Tillerson, nominato a segretario di stato a mettere in evidenza come l'amministrazione Trump ci tenga alle relazioni con i russi e questo rimane innegabile.
Da vedere ora cosa rischierà in termini giudiziari mentre la sua avventura politica è giunta al capolinea e per la sua sostituzione di parla di David Petraeus anche perchè come dichiarato dallo stesso Donald Trump, Flynn è ora ricattabile, guarda caso proprio come lui da quando era uscita la notizia, poi smentita, che Putin avesse del materiale segreto che lo riguardava.