Il giocattolo che lentamente si rompe. Il movimento 5 stelle nel panorama italiano è sicuramente un qualcosa di rivoluzionario. Nella sua concezione nasce dal popolo si diffonde con lo straordinario strumento che è la rete, pone al centro del suo sistema la legalità. Ma quando l’utopistico sogno di Beppe Grillo e del compianto Gianroberto Casaleggio è diventato realtà, conquistando piazze di rilevanza come Parma, attestandosi come secondo partito nazionale alle elezioni del 2013 e pur con una flessione eleggendo degli europarlamentari, sono iniziate delle crepe che stanno minando la stabilità della base.

Pizzarotti, i deputati, la Sicilia e Roma

Una delle vittime più illustri dei fumosi regolamenti penta stellati è stato il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, il primo sindaco di una grande città del Movimento. Un rapporto difficile sin da subito. Pizzarotti ha fatto scelte non gradite alla base sin dall’inizio e, un avviso di garanzia a suo carico, ha fatto si che venissero rilevati gli estremi per estrometterlo dal partito. Difficile anche il rapporto tra i deputati e i senatori del Movimento e la base. Dall’inizio della legislatura sono ben 37, 18 alla camera e 19 al senato, i deputati ed i senatori che hanno lasciato o sono stati esclusi dal movimento; aderendo al gruppo misto e/o ad altre formazioni politiche.

Addirittura cercando di formare nuovi gruppi come quello di Alternativa Libera-Possibile. Problemi per Grillo ed il Movimento sono sorti anche in Sicilia dove a fine 2016 vari rappresentanti dell’assemblea siciliana sono finiti nell’occhio del ciclone per delle presunte firme false riguardanti le elezioni locali nella maggiore isola italiana. Tormenti continui anche a Roma. Dopo le nette vittorie di Chiara Appendino a Torino e di Virginia Raggi nella Capitale, per quest’ ultima sono iniziate tribolazioni incessanti sotto ogni punto di vista (spesso andando oltre la decenza e invadendo la sfera privata della donna), che hanno riguardato la politica di Roma ma anche l’amministrazione interna del campidoglio con, ad esempio, lo spinoso caso Marra.

Difficoltà per la Raggi e difficoltà per Grillo che continua a incoraggiare e difendere strenuamente il suo sindaco.

Il caso Genova

E si arriva così agli ultimi giorni, al caso genova. Una città importante per Beppe Grillo, la sua città. Quello che è successo però ha dell’ incredibile. Fatte le Parlamentarie si presentano 2 liste. Vince Marika Cassimatis e, pochi giorni dopo, Grillo leva il simbolo alla lista. Le sue uniche parole sono "fidatevi di me". La Cassimatis ricorrerà in tribunale, a Genova correrà la lista pentastellata perdente (dopo consultazione online) ma i fuoriusciti questa volta non ci stanno. Pronta infatti la nascita di nuovi soggetti politici con regole che si rifanno al primo Movimento 5 Stelle che i dissidenti vedono estremamente diverso da quello odierno e per questo sono anche pronti a manifestare sotto la villa dello showman ligure. Pronto anche un manifesto dal titolo “Non è più il mio Movimento”.