Questo venerdì 1° settembre alla 1a Festa Provinciale pisana di Articolo Uno - MDP in corso a Buti, si è svolto un dibattito fra il presidente della regione Toscana Enrico Rossi e l'ex Premier Massimo D'Alema. Vediamo di seguito le parti salienti di quanto detto dall'ex leader del PDS.

D'Alema sulle elezioni regionali in Sicilia

Parlando delle imminenti elezioni regionali in Sicilia, D'Alema ha detto: "La sinistra siciliana è tutta unita sulla scelta di non allearsi col Pd ed è una scelta che hanno preso autonomamente in Sicilia, senza che nessuna da Roma imponesse niente.

Se qualcuno avesse pensato di imporre un'alleanza con Alfano, i nostri elettori non ci avrebbero seguiti. Gli elettori non sono un bene che sta in un armadio e uno se li porta dove vuole, ma sono liberi: l'elettorato di sinistra non accetta operazioni strane. In Sicilia c'era la possibilità di un'alleanza civica e di centrosinistra, poi c'è stato un accordo di potere fra Renzi e Alfano per garantire 20 parlamentari agli alfaniani in cambio di un'alleanza fra loro in Sicilia. La responsabilità di questa rottura è quindi di Matteo Renzi, è lui che ha fatto fallire il progetto di un'alleanza di centrosinistra e Alfano sarebbe andato per la sua strada. Ricordo che Alfano fino all'ultimo ha trattato con Berlusconi, poi qualcuno ha posto un veto sul suo nome e allora si è messo a trattare con Renzi.

Noi siamo nati per dare voce alla sinistra, non siamo usciti dal PD per metterci a pasticciare e fare nuovi accordi col PD, altrimenti potevamo rimanerci".

Le opinioni di D'Alema su Pisapia e su Minniti

Parlando del ruolo di Giuliano Pisapia, D'Alema ha detto: "Condivido quanto detto più volte da parte di Pisapia, ovvero che serve una discontinuità netta di contenuti e di leadership e che non si può fare alleanze con Alfano.

In Sicilia i nostri compagni stanno proprio facendo questo. Certo, anche Pisapia dovrà esprimersi su quanto sta accadendo in Sicilia. Io non mi metto mai a cercare nessuno e mai in vita mia ho telefonato a Pisapia. Però va detto che tutto ciò che è stato attribuito negli ultimi giorni a Pisapia sulla vicenda siciliana è solo un' interpretazione giornalistica, visto che lui sinceramente non si è ancora espresso.

Personalmente non ho contribuito a prendere nessuna decisione riguardo alla scelta del candidato in Sicilia, è giusto che siano le persone di quel territorio a decidere. Claudio Fava è comunque un buon candidato che sa come fare una buona campagna elettorale in quel territorio".

Parlando delle recenti scelte del ministro Minniti sui migranti, D'Alema ha dichiarato: "Minniti è un tecnico della sicurezza che si è sempre occupato di questi temi, mentre è sempre entrato poco nel dibattito politico generale. Ma in questo momento il tema immigrazione non può essere affrontato nei termini della tecnica della sicurezza, ma è di una portata ben più ampia. Il problema è che oggi abbiamo sostanzialmente fatto quello che chiedeva Salvini, ovvero un blocco navale per impedire che i migranti arrivino.

Ma dobbiamo pensare anche a che fine fanno i migranti che non sbarcano più in Italia: spesso essi vengono detenuti in campi di concentramento in Libia e costretti ai lavori forzati, le donne e i minori vengono stuprati. C'è insomma una violazione dei diritti umani, e queste persone non hanno fatto niente di male se non il fuggire dalla guerra: in gran parte dei casi sono profughi che avrebbero diritto d'asilo. Quindi da Minniti a Salvini possono essere anche contenti che gli sbarchi si siano ridotti, ma rendiamoci anche conto di cosa succede a chi non arriva più qui da noi. Non possiamo fare finta di non sapere queste cose".

'Il PD va verso un disastro elettorale: dobbiamo fare una sinistra che non guardi solo alle elezioni ma più lontano'

Parlando dei rapporti col PD e di quale sinistra serve al Paese, D'Alema ha detto: "Io penso che la politica del PD si concluderà con un disastroso esito elettorale, che purtroppo riconsegnerà alla destra un forte primato nel Paese. Il nostro compito è invece di costruire una sinistra democratica e di governo che possa essere un elemento essenziale per la ricostruzione anche culturale dell'Italia. Io è da parecchio tempo che sono passato all'opposizione degli ultimi Governi, che hanno aumentato le diseguaglianze sociali e aumentato rendite finanziarie e profitti. La sinistra deve presentare con forza la sua identità e stare lontanissima dal pensare se, così facendo, aiuta Renzi o Gentiloni: ma chi se ne frega di queste cose.

Noi dobbiamo fare un'operazione che non abbia come traguardo le prossime elezioni, ma dobbiamo necessariamente guardare lontano. Oggi c'è un grande problema di ridefinizione del ruolo della sinistra, anche sul piano europeo. Oggi dobbiamo fare anche una riflessione autocritica riguardo a una subalternità che molti di noi hanno avuto riguardo all'ottimismo degli anni Novanta: va ricostruito un pensiero autonomo e critico della sinistra. Io dico sempre a chi è rimasto nel PD in minoranza che noi lavoriamo anche per loro, per riaprire una prospettiva alternativa al neocentrismo."

'Il primo obiettivo è unica lista a sinistra, poi una formazione politica nuova: serve la generosità di mettersi in gioco'

In conclusione guardando all'immediato futuro della sinistra D'Alema ha proposto: "Io penso che quello che non si deve fare è una riunione di tutti i segretari dei partiti e dare l'idea di un cartello, viceversa serve un processo democratico aperto a tutti quelli interessati, che si misura su principi e valori, eleggendo un'assemblea nazionale costituente democraticamente legittimata e votata dalle assemblee locali.

Come primo obiettivo ci si dà quello di avere un'unica lista, poi quello di creare una formazione politica nuova, che nasce per convergenza e confluenza. La capacità di attrazione di questo processo c'è e colma un vuoto che non è riempito dal proliferare dei partitini, i quali anzi sono percepiti come simbolo di debolezza; viceversa la gente è pronta a spendersi per un progetto più grande. Serve la generosità di mettersi in gioco in un processo e di scompaginare le proprie piccole appartenenze, e non invece difendere ciascuno la propria parrocchia: questo per costruire una sinistra importante nel paese. Noi abbiamo il dovere, anche per la storia che ha avuto l'Italia, di ricostruire una grande sinistra.

Serve più serietà nella politica, anche il PD è in parte inquinato dal populismo. C'è una parte del Paese che ha un senso di rimpianto verso un'altra epoca, verso una classe dirigente che era tale e che aveva il senso dello Stato: noi dobbiamo offrire anche questo. Quindi serve una formazione politica seria che propone le cose che si possono fare davvero. Oggi le dimensioni di una forza politica di questo tipo non sono ponderabili, perché ancora non c'è: ma se riusciamo a farla consistere nel modo che dicevo, credo che ci sia spazio per avere un peso e un risultato a due cifre. Io sono contrario ad accedere a operazioni trasformistiche come listoni, ma il PD per fortuna non è fatto solo di fanatici, carrieristi e opportunisti: ci sono rimaste anche persone perbene e un pezzo del nostro popolo. E' anche per loro che dobbiamo fare una sinistra grande e forte".