Tre giorni dopo essere entrato in carica come presidente degli Stati Uniti, nel gennaio 2017, Trump ha firmato un provvedimento che prevedeva l'uscita di Washington dal Partenariato transpacifico (TPP), un accordo commerciale tra dodici paesi asiatici e americani desiderato fortemente dai suoi predecessori. Trump aveva lasciato intendere alla Casa Bianca che la sottoscrizione di questo documento avrebbe comportato l'inizio dell'opposizione alla globalizzazione incontrollata, responsabile delle sofferenze degli Stati Uniti.

Ma durante il suo viaggio in Asia, all'alba del suo 295° giorno da Presidente, Trump ha offerto una chiave di lettura differente.

Il suo slogan, "America First", si è trasformato in "America alone", l'America da sola. L'11 novembre scorso, infatti, mentre il corteo presidenziale percorreva le tortuose strade per raggiungere la sede del vertice di Da Nang, in Vietnam, gli altri undici paesi che avevano voluto il TPP, hanno confermato di voler portare avanti l'accordo anche senza la presenza degli Stati Uniti. Questa novità, secondo gli esperti, indebolirà ulteriormente il ruolo dell'America nel mondo, in un momento in cui la Cina si è lanciata in una grande espansione economica e sempre meno paesi si fideranno della capacità di Washington di compattare il resto del pianeta attorno ai valori liberali.

Da 'l'America prima di tutto' a 'l'America da sola'

Per Trump il viaggio in Asia è stato l'occasione per mettere in risalto la sua rischiosa scommessa di rendere gli Stati Uniti più sicuri e prosperi allontanandoli dal multilateralismo ma il commercio, non è l'unico ambito in cui Trump ha espresso posizioni che hanno isolato gli Stati Uniti.

Se dopo il 2020 la Casa Bianca deciderà effettivamente di uscire dall'accordo sul clima di Parigi, diventerebbe l'unico paese a non farne parte, dato che recentemente la Siria ha annunciato di volerci entrare. A ottobre, la recente decisione del Presidente Donald Trump di non voler confermare l'accordo sul nucleare con l'Iran ha incrinato i rapporti non solo con Cina e Russia, ma anche con i suoi tradizionali alleati: Regno Unito, Germania e Francia.

Il Giappone, altro alleato di Washington, ha deciso di restare nel TPP, e lo stesso faranno Australia, Nuova Zelanda, Canada e Messico. Il Vietnam, che Donald Trump ha visitato il 22 novembre, sarà probabilmente il paese che trarrà i maggiori benefici economici dall'accordo.