Nasce (Pesco), il programma di Politica e Sicurezza Comune approvato dai paesi dell’Unione Europea, con l’obiettivo di accelerare il processo di integrazione degli stati nelle istituzioni del vecchio continente. Il ragionamento di Bruxelles è il seguente: quale migliore strumento di compattazione se non l’accentramento decisionale nel campo della Difesa Militare. Ebbene, la neo-nata PeSCo nasce dall’intenzione attuativa degli articoli 42 e 46 presenti nei Trattati Europei, i quali prevedono, per l’appunto, l’istituzione di una cooperazione strutturata permanente.
Gli elementi fondativi di questa collaborazione sono riassumibili in tre punti fondamentali: gli investimenti nella Difesa, la pianificazione di operazioni militari congiunte e, infine, lo sviluppo di nuove tecnologie per l’efficienza bellica. Si tratta di obiettivi volti a facilitare l’intervento in zone di guerra esterne, dove l’iniziativa militare è generalmente materia di esclusiva competenza degli stati, fatte alcune eccezioni per le disposizioni previste dalla NATO. PeSCo avrà a sua disposizione due fondamentali strumenti nell’ esercizio dell’amministrazione della Difesa europea: 1) la CARD, ovvero la Revisione Coordinata Annuale della Difesa, che costituirà il procedimento di analisi e controllo delle virtuosità o delle inefficienze nell’effettuazione delle spese militari da parte degli stati nazionali o dell’Ue medesima; 2) Il Fondo Europeo per la Difesa, che riguarderà gli investimenti.
Nell’ambito decisionale, PeSCo consterà di due strategie d’azione: una politico-decisionale, in cui le scelte verranno indirizzate da un Consiglio, all’interno del quale potranno votare esclusivamente gli stati aderenti alla suddetta collaborazione; in secundis, una operativa, ove saranno presi in considerazione i singoli progetti tecnici.
La scelta di una collaborazione fra gli Stati Membri non è un caso, dal momento che essa non presuppone, (almeno inizialmente), la creazione di un unico organismo di difesa militare su scala continentale. Ciò deriva dal rifiuto o dall’esitazione di paesi quali Inghilterra, Malta, Portogallo e Irlanda, i quali non hanno apposto una firma di adesione al progetto.
Tuttavia, i Trattati non escludono una futura adesione di questi paesi alla neo-nata PeSCo. L'Italia risulta, invece, fra i firmatari dell'accordo. Emblematico l'entusiasmo del Ministro della Difesa Pinotti, la quale esprime approvazione per la riuscita dell'intesa, fortemente voluta anche da stati membri quali Francia, Spagna e Germania.