Nella puntata di questo martedì 5 dicembre di "Porta a porta" su Raiuno, è intervenuto Pierluigi Bersani, membro di Articolo Uno - MDP, soggetto che domenica scorsa ha contribuito alla nascita di "Liberi e Uguali". Ecco le parti salienti di quello che ha detto.

Bersani parla del ruolo di Grasso e della sinistra

Riguardo al ruolo del presidente del Senato Pietro Grasso, che è stato recentemente "incoronato" leader di Liberi e Uguali, Bersani ha detto: "Lui doveva portare a termine gli ultimi adempimenti, ora continuerà a fare il presidente tenendo la sua iniziativa politica con toni e presenza compatibile con questa funzione.

Ricordo che hanno presieduto le Camere i vari Spadolini, Fanfani, Fini e Bertinotti che facevano anche politica ed erano lì proprio perché erano leader. Sono certo che Grasso concilierà bene i suoi impegni".

Poi Bersani ha proseguito: "Il nostro sistema elettorale è nettamente proporzionale, con il dettaglio che chi non si candida nei collegi non va neanche nel proporzionale. I cittadini voteranno con il cuore e poi deciderà il Parlamento. A chi dice che facciamo un favore alla destra io rispondo che è la "bufala" nel corridoio: primo perchè stavolta la gente deve dire quel che pensa, secondo perché se bastasse dire che ci mettiamo tutti assieme contro la destra vorrei capire come mai il centrosinistra ha perso decine di comuni storici.

Così come Trump ha vinto fra gli operai e la Lepen ha vinto nelle periferie. C'è qualcosa di più profondo e se non andiamo noi, la sinistra, dove c'è il problema, ci arriva una destra regressiva e non liberale. Dovrebbero invece ringraziarci che noi andiamo in posti che il Pd se li sogna: non c'è uno fra quelli che incontro che voterebbe il PD".

Bersani a tutto tondo sui rapporti con il PD e con il M5S

Sul rischio che una candidatura autonoma in tutti i collegi di Liberi e Uguali possa indebolire il PD, Bersani ha risposto: "Questo discorso parte dall'ipotesi che se io dicessi ai miei di votare Renzi, mi seguirebbero. Invece no. E lo vediamo da anni. C'è una frattura profonda: un pezzo di elettorato di centrosinistra è andato nel bosco e non vuole venire fuori: se io gli dico di andare col PD viene fuori dal bosco col bastone.

Inoltre noi questa osservazione l'abbiamo fatta a Rosato sulla legge elettorale: dovevano mettere il voto disgiunto. Perché non l'hanno fatto? Per forzarci la mano, per comprare Grasso con una candidatura: c'è stata arroganza, troppa arroganza. Loro hanno deciso che non ci fosse un accordo, perché solo un voto disgiunto ci permetteva di votare il nostro simbolo nel proporzionale ma di condividere candidati nei collegi. Ma loro non hanno voluto per forzarci la mano: ma non si vive di solo pane. La novità è che la gente non vuol più rinunciare alle proprie idee".

Bersani è tornato sulle ragioni della scissione dal PD di ormai dieci mesi fa: "L'inizio del mio percorso è stato nel novembre 2014 quando in Emilia Romagna, regione da sempre con record di affluenza, votò solo il 37% degli elettori e nel PD non si fece neanche una riunione, ho detto che stava succedendo una cosa incredibile.

Non siamo stati più in un partito in cui si potesse discutere. E allora sono andato dove stava andando la mia gente: sono andato a riprenderla nel bosco. Abbiamo deciso di uscire quando abbiamo visto che invece di discutere su cosa non andava hanno voluto fare le Primarie cotte e mangiate senza parlare di programmi: avemmo chiara l'inagibilità del campo. Mentre da fuori aumentava il distacco e il disagio della nostra gente, il punto non è Bersani o D'Alema ma il popolo".

Sui rapporti futuri con il PD, ha invece aggiunto: "Io non ce l'ho con Renzi in particolare, è la linea che va sconfitta. E' chiaro che noi ci auguriamo, per rendere credibile nel centrosinistra una discussione, che venga fuori dal voto un tale rapporto di forza nel centrosinistra da convincere di un cambiamento.

Noi vogliamo delle misure sul lavoro e contro la precarietà, vogliamo smetterla coi bonus e più investimenti, un fisco progressivo e una sanità che funzioni: questa è la nostra piattaforma, per discutere con chi? Chiaramente si comincia dal centrosinistra. Saremo in condizione di rapporto di forza tale da convincerlo? Bene! Non lo saremo? Stavolta sui punti non possiamo mediare. Il PD vada dove lo porta il cuore, noi con la destra non ci andiamo. Non non possiamo fare grandi coalizioni". E infine sul possibile rapporto con il Movimento 5 Stelle: "Io sono ancora quello dello streaming del 2013, sono uno che ha le sue idee e le propone con umiltà. Se mai sarà possibile discutere sarà perché sono cambiati loro e sarebbe un bene per la democrazia italiana".