Kim Jong-un possiede l'incredibile capacità di catalizzare l'attenzione del mondo nelle maniere più impensabili. Far accendere i riflettori su quello che, fino a poco più di un anno fa, era lo 'Stato eremita' con gli spericolati test missilistici e le minacce nucleari è stato fin troppo facile. Ma il 2018, per il momento, è l'anno del disgelo tra le due Coree, favorito dalla 'tregua olimpica' e potrebbe passare alla Storia per il primo incontro in assoluto tra un leader della Corea del Nord ed un presidente americano in carica. Tutta l'attenzione dei media internazionali è dunque puntata sull'annunciato confronto con Trump che potrebbe svolgersi entro la fine di maggio, ogni altra notizia legata a Pyongyang è subordinata al summit e non suscita lo stesso clamore dei venti di guerra (è risaputo come il catastrofismo puro sia di maggiore impatto mediatico rispetto a possibili accordi di pace).

Ecco che il giovane dittatore asiatico potrebbe aver spiazzato tutti, ancora una volta. La notizia diffusa da Bloomberg è clamorosa, il colosso newyorchese dei mass media ha ripreso le news diffuse dalla stampa giapponese che disseminano indizi di una possibile visita a sorpresa (non ovviamente per i diretti interessati) di Kim Jong-un in Cina. Se fosse vero, sarebbe la prima visita del leader di Pyongyang in un Paese straniero.

I pochi dettagli diffusi da Bloomberg e dalla stampa nipponica

Le fonti citate da Bloomberg non sono state rese note, sarebbero tre, tutte a conoscenza della missione cinese di Kim. Alla luce della delicatezza di questa informazione, le fonti hanno chiesto di restare anonime.

In realtà, già nella giornata del 26 marzo, la testata giapponese Kyodo News ha riferito di un “treno speciale che potrebbe aver trasportato un ufficiale nordcoreano di alto rango attraverso la città di Dandong”, nella zona nord-orientale della Cina. Il convoglio è arrivato a Pechino ed è del tutto simile a quello che Kim Jong-il, predecessore e padre dell'attuale leader, utilizzò per suo viaggio in Cina nel 2011.

Le immagini in tal senso sono state mostrate da Nippon TV, la similitudine con il treno dell'ex leader è piuttosto evidente ed è un aspetto che, insieme alle imponenti misure di sicurezza messe in atto tra le quali lo sgombero dei turisti da Piazza Tienanmen, rafforza la possibilità che il misterioso e facoltoso viaggiatore proveniente dalla Corea del Nord possa essere Kim Jong-un in persona.

Secondo un'ulteriore indiscrezione della stampa giapponese potrebbe invece trattarsi della sorella minore del leader, Kim Yo-jong, le cui grandi doti diplomatiche sono già state sfoderate in Corea del Sud in occasione dei Giochi Olimpici.

Un rapporto controverso

In condizioni normali non ci sarebbe nulla di clamoroso: Cina e Corea del Nord sono legate da un vecchio patto militare ed hanno sempre avuto intensi rapporti commerciali. Ma la relazione tra i rispettivi capi di Stato non è esattamente idilliaca come quella tra Kim Il-sung, nonno di Kim Jong-un e fondatore della Repubblica Democratica Popolare di Corea, e Mao Tse-tung, il padre della rivoluzione cinese. L'attuale dittatore nordcoreano salì al potere nel 2011 dopo la morte del padre, il leader cinese Xi Jinping guida il governo di Pechino dal 2013: non si sono mai incontrati, limitandosi a pochi e formali scambi di messaggi come avvenne lo scorso anno in occasione della conferma di Xi alla guida del Partito Comunista Cinese.

Probabile che non ci sia una grande stima reciproca: Kim considera il suo omologo cinese troppo aperto al capitalismo occidentale, Xi Jinping è consapevole che il dittatore nordcoreano può trasformarsi in una scheggia impazzita e non è malleabile. Tuttavia, sebbene non sia un segreto che in passato il leader di Pechino avrebbe preferito la sostituzione di Kim con un capo di Stato più filocinese, la Cina tutela ancora oggi l'esistenza del regime di Pyongyang e ne sopporta la scomoda presenza perché, di fatto, costituisce un 'cuscinetto' in un'area geografica caratterizzata dalla preponderante presenza statunitense che intrattiene solidi rapporti economici e militari con Corea del Sud e Giappone.

Kim Jong-un dal canto suo, sebbene abbia espresso più di una critica nei confronti dell'alleato, è consapevole che interrompere qualunque rapporto con la Cina metterebbe a rischio la sopravvivenza del suo governo. Se gli Stati Uniti, in tempi recenti come in passato, non hanno mai intrapreso un'azione militare dopo la Guerra di Corea per farla finita con uno degli 'Stati canaglia' per eccellenza, è proprio per evitare il rischio di uno scontro con i cinesi.

La reazione statunitense alla notizia

Lo scopo della visita e del possibile primo incontro tra i leader dei due Paesi assume una straordinaria importanza per gli equilibri geopolitici della regione, soprattutto se visto in prospettiva del bilaterale tra Kim e Donald Trump.

Nel corso dell'ultimo anno, tanto la Cina quanto la Russia hanno insistito per la soluzione diplomatica della crisi coreana, ribattendo anche a muso duro alle prese di posizione di qualche 'falco' di Washington. Riteniamo che lo stesso Trump abbia sempre desiderato un confronto con il suo omologo nordcoreano: un presidente americano che tratta personalmente contro uno storico nemico è certamente di maggiore impatto mediatico rispetto ad uno che sceglie la via di un attacco preventivo che, alla fine, è una linea che ha caratterizzato gli ultimi settant'anni di politica estera della Casa Bianca. Ad ogni modo, Washington non sarebbe a conoscenza degli ultimi sviluppi. “Non possiamo confermare le notizie di questa visita – è stata la dichiarazione di Raj Shah, segretario addetto ai rapporti con la stampa della Casa Bianca – e non sappiamo se siano veritiere.

Certamente la situazione con la Corea del Nord è migliore rispetto a prima, grazie alla campagna di pressione del presidente Trump sostenuta da decine di altri Paesi che sta pagando, perché porta i nordcoreani verso il tavolo dei negoziati”. Più concisa Julia Mason, portavoce del dipartimento di Stato, che ha informato i giornalisti che saranno chieste informazioni in merito ai cinesi. C'è anche un commento molto positivo, quello di Melissa Hanham, ricercatrice presso il centro per la non proliferazione nucleare 'James Martin' con sede in California. “Se c'è stato davvero questo incontro, credo possa essere più importante di una foto che ritrae insieme Donald Trump e Kim Jong-un. Spesso la Corea del Nord viene vista come il fratello minore ingrato della Cina, ma le recenti tensioni e l'evidente aumento della capacità militare e nucleare nordcoreana potrebbero aver spinto Pechino ad intervenire”.

La stampa americana ci va comunque molto cauta, di fatto le misure di sicurezza messe in atto danno l'impressione di un importante evento, la Cnn riporta le fonti del governo sudcoreano che sta monitorando attentamente la situazione, ma anche la dichiarazione di Hua Chunying, portavoce del ministero degli esteri di Pechino che ha affermato di non essere a conoscenza della situazione.

Lo scopo del possibile summit

Se le notizie fossero confermate - sembra difficile avere fonti dirette dal governo cinese e quelle poche interpellate hanno rilasciato dichiarazioni piuttosto vaghe, mentre è praticamente impossibile avere notizie da Pyongyang - lo scopo di una visita di Kim Jong-un in Cina sarebbe comunque abbastanza scontato.

Il leader nordcoreano si prepara a due importanti incontri bilaterali, quello con il presidente della Corea del Sud, Moon Jae-in che dovrebbe svolgersi il mese prossimo, e quello con Trump. Probabile che Kim sia in cerca di consigli e, nonostante i rapporti praticamente inesistenti con Xi Jinping, sa bene che può fidarsi di Pechino. Per la Cina è estremamente importante rinsaldare le relazioni con il vecchio alleato: se è più che probabile che non ci sarà un'altra guerra in Corea, c'è comunque una guerra commerciale in atto tra Pechino e Washington e Xi Jimping non desidera certamente altre complicazioni nella regione. Fermo restando che i cinesi, probabilmente, chiederanno a Kim ciò che si aspetta dal confronto con Trump, oltre ai particolari sulla linea che intende adottare. Se questo incontro c'è stato davvero, probabile che la strategia nordcoreana nel bilaterale con gli Stati Uniti sia stata già decisa.