La situazione è sempre più concitata. Lo scenario prodotto dalle recenti Elezioni politiche hanno indubbiamente prodotto un protagonista assoluto il cui nome è Matteo Salvini. Il giovane leader leghista è impegnato su due fronti principali quello della partita di governo dove sembra interloquire in maniera assidua con il capo politico del movimento 5 stelle Luigi Di Maio; e quello della coalizione di centrodestra, dove si trova a doversi confrontare con un personaggio di estremo spessore quale Silvio Berlusconi. Nelle ultime ore però, Salvini dovrà riprendere in mano anche il ruolo che ho lanciato sulla scena politica nazionale, quello di leader della Lega, dove non è sempre facile conciliare le posizioni interne.

Nodo governo e alleanze

La prima partita da giocare è quella della presidenza delle due camere, che potrebbe anche essere legata a quella del governo stesso. Per la Camera, il nome che insidierebbe nelle ultime ore Roberto Fraccaro è quello di Emilio Carelli, storico voto del tg5 eletto nel collegio uninominale di Roma-Fiumicino con il Movimento 5 Stelle.

Sembra invece aperta la partita al Senato, ma un’eventuale candidatura della nota avvocatessa Giulia Bongiorno potrebbe mettere d’accordo anche il Movimento, i cui veti riguardano soprattutto candidati “condannati”.

Un’altra ipotesi, forse difficilmente percorribile, è quella che vorrebbe Salvini al Senato e Di Maio alla Camera, con mandato esplorativo concesso da Mattarella a Salvini.

Ma ci troviamo anche qui nell’ambito delle più spicciole ipotesi.

I leader del centrodestra intanto si incontreranno a breve, mentre Salvini continua ad assicurare che non ci sarà alcun tipo di veto da parte del fondatore di Forza Italia contro i pentastellati se ci dovesse essere necessità, ma ribadisce che continuerà a lavorare in seno all’alleanza di centrodestra.

Clima teso in via Bellerio?

Intanto per Salvini potrebbe ben presto crearsi un problema all’interno della Lega, fomentato anche dalle parole di Roberto Maroni che paventava modifiche all’interno delle alleanze nelle regioni governate dal carroccio, qualora si dovesse arrivare a un’intesa con i pentastellati. Maroni stesso mette le mani avanti affermando che non guiderà di certo lui una scissione all’interno del partito; ma in questa fase politica, con Salvini attore protagonista nella scena nazionale, bossiani e maroniani stanno alla finestra osservando le mosse del proprio segretario.