La saga della Politica italiana continua. Eravamo rimasti alla nomina di Giuseppe Conte come Premier quando la saga della politica italiana sembrava essersi momentaneamente stabilizzata prendendo un risvolto positivo e forse decisivo, quando, domenica 27 maggio, il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, si è riunito al Colle dapprima con i due leader vincitori delle elezioni e successivamente con l'appena nominato Premier Conte. Alla proposta dei ministri, tuttavia, il castello di carta che andava via via costruendosi è caduto con il rifiuto, da parte di Mattarella, del ministro dell'economia proposto da M5S e Lega: Savona.

I due leader avrebbero potuto proporre altri nomi e così, nostro malgrado, il governo nascente è stato stroncato. Ovviamente, a seguito di questo episodio neanche tanto raro, il calderone ha iniziato a ribollire e i primi interventi sono giunti proprio da Di Maio e dalla Meloni pronti a chiedere l'impeachment di Mattarella.

Chi sia il burattinaio di questa situazione, per un motivo o per un altro, poco importa. E ancor meno, per ora, importa il motivo per cui Mattarella abbia preso questa decisione a seguito della proposta dell'economista Savona. È anzi necessario far luce sulla costituzionalità della decisione del Presidente della Repubblica affinché si possa porre un freno alla disinformazione che pian piano seppur inesorabilmente dilaga in questi giorni.

L'art. 92 parla chiaro

A tal proposito è bene ricordare quanto cita l'articolo 92 della Costituzione Italiana: "Il Governo della Repubblica è composto del Presidente del Consiglio e dei ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei ministri. Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i Ministri".

Quanto evince è chiaro: la proposta dei ministri arriva dal presidente del consiglio in carica tuttavia spetta al Presidente della Repubblica accettarla o rifiutarla. Certamente non sono ben chiare le casistiche in cui il Capo dello Stato può applicare questo diritto che potrebbe apparentemente sembrare connotato da note poco arbitrarie.

Si confida tuttavia nella tenuta di una condotta che giochi a favore dell'Italia e certamente il rifiuto dell'antieuropeista Paolo Savona non è stato un colpo di stato bensì un tentativo di preservare i cittadini italiani. Ricordiamo peraltro che questo non è assolutamente un caso raro ed isolato: nel 2001 Carlo Azeglio Ciampi rifiutò al Premier Amato la nomina di Maroni e nel 2014 Napolitano rifiutò al Premier Renzi la nomina di Gratteri.

In conclusione, accertata la costituzionalità dell'intervento di Mattarella, resta solo che chiederci come mai le due forze politiche che a lungo si sono battute per un contratto di Governo ora si siano arrestate davanti a un nome senza considerare delle alternative.