Appena nominato e già al centro delle polemiche: è il caso del neo-ministro dell'Interno, Matteo Salvini. La sua ultima proposta, dichiarata ad alcuni cronisti mentre si trovava in Transatlantico, consiste nella creazione di "Centri chiusi per il rimpatrio", come definiti dallo stesso Salvini. Queste strutture serviranno per trattenere gli immigrati irregolari, in attesa di rimpatrio, senza permettere loro di uscire e muoversi liberamente.

Pur essendo ancora al vaglio dei tecnici, la proposta è sostenuta da numerosi governatori leghisti che lamentano un enorme problema sociale dovuto alla presenza degli immigrati sul territorio ed all'impossibilità di controllarne gli spostamenti. "La gente non vuole avere dei punti dove uno esce alle 8 della mattina, rientra alle 10 la sera e durante il giorno non si sa cosa fa e fa casino" ha sottolineato il neo-ministro che, pur senza farne esplicito riferimento, chiama "punti" i numerosi centri di accoglienza tuttora dislocati sul territorio nazionale. Ad oggi, infatti, gli immigrati che risiedono temporaneamente nei centri di accoglienza sono liberi di muoversi durante il giorno, avendo soltanto l'obbligo, da molti eluso, di rientrare alla sera.

Le dichiarazioni di Salvini e l'incidente con la Tunisia

La proposta di Matteo Salvini arriva al termine di una lunga serie di dichiarazioni, alcune contrastanti, sul tema dell'immigrazione. Una di queste, lo scorso 4 giugno, aveva aperto un incidente diplomatico con la Tunisia. In un comizio a Fiumicino, infatti, il leader del Carroccio ha parlato del Paese nordafricano, partner strategico dell'Italia contro l'immigrazione clandestina, come di un "Paese che spesso esporta galeotti". Prontamente il ministro degli Esteri tunisino ha risposto con una nota in cui si dichiara "fortemente stupito delle dichiarazioni del ministro dell'Interno italiano". La crisi è però subito rientrata grazie alla pubblicazione da parte del Viminale di una nota ufficiale.

In essa, si chiarisce che le parole di Salvini sono state decontestualizzate e si dichiara la disponibilità del ministro ad incontrare i tunisini per un chiarimento.

Il giudizio critico dell'ex ministro Minniti

"Il momento della propaganda è finito, ora si assumano la responsabilità di governare": ad affermarlo è il ministro dell'Interno uscente, Marco Minniti, in un'intervista apparsa sul sito del Partito Democratico. In essa, così come in alcune apparizioni alla trasmissione "Otto e mezzo", Minniti si è espresso in maniera critica nei confronti del profilo tenuto dal nuovo inquilino del Viminale. Se infatti il ministro è comunque espressione di una forza Politica, riflette Minniti, esso deve mostrarsi capace di reagire ai pericoli e non deve alimentare le polemiche. Consiglia infine una linea mediatica più dimessa. "Il primo giorno da ministro ha accusato la Tunisia di esportare galeotti. Io raccomando prudenza nelle parole"