Matteo Salvini è tornato dal suo viaggio istituzionale in Libia con delle novità importanti. Il vicepremier aveva già annunciato dai suoi canali social l'importanza dell'apertura di un canale comunicativo con la Libia. Oggi, dal suo profilo Twitter ha parlato della visita ad un centro di accoglienza, e non solo. Crisi Migratoria a parte, dietro il duro scontro tra Italia e Francia ci sarebbe, come fanno intendere alcuni quotidiani tra i quali 'Il Messaggero' e l''Huffington Post'. l'interesse per il petrolio libico.

Salvini: la Libia non è pericolosa, i migranti possono tornare a casa

Queste in sostanza le parole scritte dal ministro dell'Interno sul suo profilo ufficiale Twitter, come si può leggere qui sotto.

Il vicepremier ha 'postato' di aver visitato personalmente un centro per immigrati gestito dall'Onu, e di averne verificato la non pericolosità. Ha invitato l'Europa a svegliarsi, affermando che i migranti provenienti dalla Libia possono essere rimandati indietro.

Impossibile non pensare alla 'querelle' tra Italia e Francia che tiene banco su tutti i quotidiani da giorni. Il botta e risposta tra Salvini e Macron, presidente transalpino, si è svolto principalmente sul rimpallo delle responsabilità sull'accoglienza. Il quotidiano 'Huffington Post' ha però riportato alcune dichiarazioni del ministro Salvini che hanno ripreso un tema caldo già esplorato da 'Il Messaggero'.

Cosa c'è davvero dietro la guerra tra Italia e Francia sui migranti, e soprattutto sull'interesse delle due nazioni verso la Libia? Molto, a quanto sembrerebbe.

Il petrolio della Libia e gli interessi di Italia e Francia

Matteo Salvini non 'le manda a dire a nessuno', e l'ultima conferenza stampa in Viminale l'ha confermato.

Di ritorno dal viaggio in Libia, innanzitutto ha confermato l'apertura di un canale di comunicazione e collaborazione con Tripoli, ha poi anticipato una conferenza in Libia sui rapporti tra le due nazioni, per poi lanciare l'ultima provocazione contro il governo di Macron. Lo ha detto senza mezzi termini: 'L'obiettivo è riprendersi la Libia e superare chi ha in mente l'occupazione invece dei diritti umani'. Il riferimento non può passare inosservato, dato che entrambi i paesi in Libia hanno interessi notevoli, a cominciare dal petrolio. Il vicepremier libico Ahmed Maiteeq ha confermato che l'Italia è il primo partner della Libia, ma ha anche anticipato un incontro con il generale Haftar, storicamente appoggiato dalla Francia.

La partnership si riferisce, tra le altre cose, ai sue colossi del gas Eni e Total, rispettivamente italiano e francese. L'Eni ricopre oggi un ruolo predominante con i suoi 320mila barili di petrolio estratti ogni giorno contro i 31mila della Total, ma i rapporti diplomatici ed economici possono mutare proprio in virtù delle alleanze che in Libia sono divise tra Italia e Francia. Troppi gli interessi per credere che l'Europa voglia solo il bene dei migranti.