La legittima difesa nell'ordinamento giuridico italiano è una causa di giustificazione. La legge attuale implica necessariamente che a priori ci sia stata un'aggressione o una minaccia concreta dell'assalitore per potersi difendere, una difesa che comunque deve rispecchiare il principio di proporzionalità. Dopo i numerosi casi giudiziari avvenuti in Italia che hanno visto spesso il ladro o rapinatore passare come vittima e la vittima come carnefice, Forza Italia ha elaborato una nuova proposta di legge per cambiare le norme attuali.
La modifica alla legittima difesa
Nei giorni passati Forza Italia ha presentato in Parlamento una proposta di legge per permettere ai cittadini di difendersi nel proprio negozio o in casa propria, escludendo la valutazione iniziale della minaccia prima di reagire. L'Anm, Associazione nazionale magistrati, si schiera contro la modifica alla legge: "la norma va bene così com'è". Il presidente dell'associazione magistrati Francesco Minisci dichiara che l'attuale legge è abbastanza chiara e già copre tutte le eventualità che possono accadere. Le vicende di cronaca nel nostro Paese però, a volte, raccontano una storia diversa. Un esempio di applicazione distorta della legge attuale si è vista nel caso di Ermes Mattielli che è stato condannato a risarcire la coppia di rom che lo hanno derubato ed è in seguito morto per crepacuore, ma anche diversi casi di tabaccai che hanno dovuto sparare per difendersi dai rapinatori e sono finiti sotto processo e spesso condannati per legittima difesa in eccesso.
A favore della nuova legge si schiera anche il famoso avvocato Giulia Buongiorno, ora ministro della Pubblica Amministrazione: 'Chi entra nell'altrui abitazione per uccidere o violentare deve accettarne le conseguenze, l'aggredito deve poter reagire'.
Le perplessità dell'Anm
Per l'Associazione nazionale magistrati la proposta presentata dal centrodestra in Parlamento porterebbe nelle case degli italiani la 'giustizia fai da te' con delle 'dannose ricadute e con grandi distorsioni'.
Per i togati, invece, deve rimanere ben saldo il principio di proporzione tra difesa e offesa e non si può fare a meno della valutazione di ogni caso da parte del magistrato. Per i giudici la posta in gioco è alta, 'si corre il rischio di legittimare anche casi gravi come ad esempio l'omicidio' dice il presidente. Il governo però andrà avanti, 'la riforma della legittima difesa è una priorità ed è inserita nel contratto di governo' ha dichiarato il ministro della giustizia Alfonso Bonafede.