Con la svolta del taglio dei vitalizi, realizzata ieri dal governo Lega/5 Stelle, si è dato il via ad uno dei punti cardine del programma elettorale, contenuto nel contratto di governo dei giallo-verdi, con un risparmio per le casse statali che si aggira intorno ai 200 milioni per l'intera legislatura. La richiesta fatta dal presidente della Camera, Roberto Fico, di tagliare i vitalizi degli ex parlamentari, ha ottenuto il via libera dell'Ufficio di presidenza.

Taglio ai vitalizi alla Camera dei Deputati

Ieri, 12 luglio, finalmente è cominciata la svolta promessa dalla nuova coalizione di governo con il taglio dei vitalizi degli ex deputati.

L'unico neo della delibera è la presenza di alcune variazioni apportate alla proposta iniziale, è stata fissata una nuova data il 1° gennaio 2019 per l'entrata in vigore dei tagli (in prima analisi prevista per il 1° novembre del 2018). Inoltre, c'è un altro aspetto che forse i cittadini non apprezzeranno, il taglio all'assegno ove si ravvisi una situazione di disagio, sarà ridotto del 50%, ma si tratta di cifre tutto sommato basse.

La delibera ha ricevuto 12 voti a favore: 5 dei pentastellati, 4 dei leghisti, 1 del Pd e 2 di Fratelli d'Italia, non ci sono stati voti contrari ma solo 3 astenuti di Forza Italia, mentre Leu e gruppo Misto non hanno aderito alla votazione. Si parla di 1.405 i vitalizi a oggi corrisposti dalla Camera ad ex parlamentari, la riforma colpirà però 1.338 deputati, i benefici corrisposti verranno ricalcolati usando il metodo contributivo, ciò porterà ad un taglio che va dal 40 al 60%, fino al tetto più alto dell'80%.

La cifra a deputato è approssimativa, perché non è semplice quantificare la quota esatta dei tagli in taluni casi (raggiunge anche i 5 mila euro).

Il taglio più corposo riguarda 11 ex deputati, mentre in termini quantitativi la riduzione coinvolge più di 700 ex deputati che sono in età avanzata, 140 sono ultra-ottantenni. Invece, 67 deputati sono stati salvati e non subiranno alcun taglio, ma per questi è stato inserito un tetto limite, calcolato secondo l'ultimo vitalizio erogato il 31 ottobre 2018.

Sono previsti anche due tetti minimi: uno di 980 euro ed il secondo pari a 1.470, per le somme troppo basse.

Tra Camera e Senato sono 2.600 ex parlamentari che attualmente beneficiano del vitalizio. Nel 2012 già si era avuta una prima svolta, con il governo Monti erano stati eliminati i vitalizi per le nuove generazioni di politici.

Con la delibera, approvata ieri, si cambia la situazione di coloro che non erano stati toccati al tempo dall'eliminazione di tali benefici.

Prossimo obiettivo pensioni d'oro

Di Maio ha parlato di "svolta storica", fissando anche una nuova tappa degli obiettivi di questo esecutivo: l'abolizione delle pensioni d’oro. Inoltre, dopo la Camera toccherà al Senato, dove si va avanti adagio, non sono state ancora fissate le date per iniziative a riguardo, anche se si vuole proseguire secondo un percorso autonomo, rispetto a quello della Camera. Fico, soddisfatto per il suo risultato, ha dichiarato di non temere la Consulta, relativamente ad una possibile valutazione in termini d'incostituzionalità della delibera.

Salvini dopo l'approvazione ha detto: "Stop a vecchi e assurdi privilegi. Con la Lega, dalle parole ai fatti!', mentre il premier Luigi Conte su Twitter ha dichiarato: «Grande soddisfazione per l’abolizione dei vitalizi. È un bel segnale per il Paese che si aspettava da tanto tempo. Avanti così! #ByeByeVitalizi», lo stesso hashtag è stato usato dalla sindaca di Roma, Virginia Raggi. Il prossimo obiettivo dell'esecutivo è ora quello di dare un "ritocchino" anche alle pensioni d'oro di modo da aumentare le minime. Aumento che è stato baluardo anche della campagna elettorale di Berlusconi e i suoi, che quindi dovrebbe essere condiviso al di là dei dissapori politici tra 5 Stelle e Forza Italia. Sarà così?