Il ministro della Pubblica Amministrazione in quota Lega, Giulia bongiorno, promette di essere inflessibile e di non fare sconti a nessuno in quella che si prospetta come una vera e propria battaglia contro l’assenteismo negli uffici pubblici. Una piaga tutta italiana rappresentata plasticamente da quei cosiddetti ‘furbetti del cartellino’ che risultano presenti sul posto di lavoro, ma che sono tranquillamente impegnati a svolgere altre attività, naturalmente a spese dei contribuenti. Sotto la spinta dell’ex avvocato di Giulio Andreotti le cose dovrebbero cambiare, visto che ad essere sanzionati non saranno più solo i dipendenti assenteisti, ma anche i loro dirigenti troppo ‘distratti’, per così dire, per accorgersi delle malefatte dei loro sottoposti.

L’intervista della Bongiorno a Il Messaggero

Giulia Bongiorno illustra il suo piano contro i furbetti del cartellino in una intervista rilasciata ieri, 6 agosto, al quotidiano romano Il Messaggero. La discussione prende spunto dai recenti fatti di cronaca verificatisi alla Reggia di Caserta, dove l’assenteismo dei dipendenti era divenuto un fenomeno quasi endemico. La Bongiorno promette di andare “fino in fondo”, arrivando a punire non solo gli assenteisti, ma anche “chi avrebbe dovuto controllare e non lo ha fatto”. Il ministro leghista definisce infatti questa vergognosa pratica come un “doppio tradimento”, sia nei confronti dell’intera “collettività”, sia per il tradimento subito da tutti quei dipendenti pubblici onesti costretti a portare sulle loro spalle il peso, anche lavorativo, della mancata presenza dei colleghi sul posto di lavoro.

Assenteismo cronico colpa dei dirigenti

La Bongiorno mette a confronto l’assenteismo definito “occasionale” e quello “cronico”. In quest’ultimo caso, a suo modo di vedere, la responsabilità è sempre di chi ha il compito di controllare, ovvero i dirigenti, ma non si accorge di nulla per negligenza, o fa finta di niente per connivenza.

Insomma, se i dipendenti continuano a fare i furbi per anni, è impossibile che i loro responsabili “non abbiano notato nulla”. Le molte segnalazioni anonime giunte sul suo tavolo da parte di singoli dipendenti non sono sufficienti a contrastare il fenomeno se, aggiunge, non si responsabilizzano i dirigenti. La soluzione contro l’assenteismo, dunque, oltre alle pesanti sanzioni, sono anche le misure deterrenti come l’introduzione dei controlli biometrici (impronte digitali, iride) che “non sono invasivi” e “rappresentano il futuro”.

Il rapporto con i sindacati e la necessità di licenziare i fannulloni

Nonostante le proteste delle diverse sigle sindacali contro la paventata introduzione dei controlli biometrici, la ministra leghista non sembra preoccupata e afferma di non aver riscontrato alcuna obiezione nel merito da parte dei sindacati rispetto alla sua intenzione di contrastare “il disvalore del trucco di chi timbra anche per altri colleghi che restano a casa o addirittura fanno altri lavori” perché, spiega, si tratta di una vera e propria “truffa”. Comunque sia, conclude, i casi finora emersi rappresentano solo una piccola percentuale del fenomeno dell’assenteismo. I fannulloni licenziati sono ancora troppo pochi perché si tratta di un fenomeno ancora in larga parte “occulto”.