Durissima stoccata di Antonio Di Pietro, ministro delle infrastrutture ai tempi del governo Prodi dal 2006 al 2008, nei confronti del titolare dello stesso dicastero, Danilo Toninelli, e del M5S in generale. La questione è relativa agli sviluppi dopo il crollo del ponte Morandi a Genova, a seguito del quale sono morte 38 persone. Ospite di 'In Onda' su La7, l'ex magistrato bacchetta severamente i vertici pentastellati e li definisce "ministri improvvisati che diffondono fake news: la caduta del ponte non è sufficiente per chiedere la revoca della concessione con Autostrade per l'Italia.

Ho avuto a che fare con quella concessione e so come funziona".

'Mi piange il cuore dover dare ragione a Salvini'

Di Pietro oltretutto definisce Matteo Salvini, partner di governo del M5S, "furbacchione e navigato". "Mi piange il cuore dovergli dare ragione - sottolinea - ma lui su alcuni temi fondamentali si defila e risponde in maniera vaga. Salvini sa bene come funziona, c'è una norma specifica nel contratto per le concessioni, facilmente rintracciabile per chiunque". L'ex ministro evidenzia che il contratto di concessione fu stipulato nel 2007, quando lui era titolare del dicastero competente e rende noto che dal 2013 il ministero si è dotato di una struttura di vigilanza del sistema e delle concessioni autostradali, compito che prima spettava all'Anas.

"Possibile che venga revocata la concessione autostradale - dice in proposito Di Pietro - ma questo avviene nell'ambito di una procedura. Salvini, per l'appunto, sa come funziona e non ha mai detto che il governo ha disposto la decadenza della concessione, limitandosi a dire che sono state avviate le procedure per tale provvedimento".

'Toninelli? Sciocchezze politiche con fini elettorali'

Dunque le critiche di Di Pietro sono tutte per il M5S. "Ministri faciloni a cui voglio tanto bene e che avrebbero disposto la decadenza, ma n realtà non è così. Toninelli ha parlato di commissario speciale, magari va lui con zappa e pala a fare i controlli. Non si rendono conto di cosa affermano e le loro sono soltanto sciocchezze politiche con fini elettorali".

Al di là di quanto espresso dai ministri pentastellati, Di Pietro sottolinea che "è evidente che nel crollo del ponte Morandi ci sono responsabilità grosse da parte del concessionario, ma anche del concedente, dunque del ministero delle Infrastrutture" e questo gli dà lo spunto per un'ulteriore bacchettata. "Il ministero aveva comunque il dovere di controllare quella struttura e, dunque, prima che possa costituirsi parte civile in un procedimento, bisogna accertare che il ministero stesso non sia responsabile civile di quanto accaduto".