Anche l’Unione Africana si scaglia contro Matteo Salvini, già nel mirino dei vertici dell’UE per la politica restrittiva adottata in materia di accoglienza dei migranti. Oggetto della polemica, le dichiarazioni rilasciate dal ministro degli Interni del governo italiano a Vienna durante un concitato vertice internazionale che lo ha visto duellare con il collega Asselborn sullo scottante nodo dell’ingresso in Europa di immigrati provenienti dall’Africa: “Non abbiamo bisogno di nuovi schiavi per sostituire i figli che nei nostri Paesi non si fanno più” aveva detto il vicepremier all’esponente socialista lussemburghese, sottolineando la propria diversità di vedute rispetto all’interlocutore.
Parole ritenute irrispettose dai rappresentanti dell’UA, convinti che il riferimento storico del discorso di Salvini possa offendere l’immagine delle tante persone costrette a lasciare la propria terra per cercare fortuna dall’altra parte del Mediterraneo.
Salvini, critiche dall'Unione Africana per le parole a Vienna sui migranti
“Simili affermazioni sono sconcertanti e andrebbero ritirate chiedendo scusa” fanno sapere dall’organizzazione che unisce i politici di punta degli Stati africani, che invitano Roma a seguire (in tema di politiche sull’immigrazione) “il buon esempio della Spagna e di altri membri dell’Unione”, dove oggi si sta garantendo “protezione e sostegno agli ospiti al di là del loro status giuridico”, diversamente da quanto accade sul territorio italiano.
A poco sono servite, evidentemente, le smentite pervenute qualche giorno fa dall’ufficio stampa del Viminale che chiariva in una nota scritta quale fosse il reale significato delle affermazioni del ministro al vertice di Vienna escludendo qualsiasi insulto verso l’Africa in un intervento di senso opposto, finalizzato (“come numerosi video testimoniano”) al contrario a criticare “l’idea di costringere i migranti a vivere in condizioni così degradate da ricordare la schiavitù”.
Unione Africana contro Matteo Salvini, chieste le scuse del ministro
Secondo il punto di vista espresso a chiare lettere dai portavoce dell'Unione Africana, invece, sarebbe proprio l’Italia ad aver dato luogo al “più imponente fenomeno di migrazione di massa della storia moderna ed europea” nell’arco dei due secoli passati e cioè in particolare dal 1861 al 1976, quando “26 milioni di persone lasciarono la Penisola” per spostarsi in varie parti del mondo, con “effetti benefici sulle rimesse e sull’economia del Paese”.