Ormai sempre più al centro delle polemiche la Politica del Ministero dell'Interno, che da marzo si è schierato nettamente contro i nuovi sbarchi e il fenomeno d'immigrazione che ha coinvolto l'Italia negli ultimi anni. L'accusa, quella dell'ONU é quella della discriminazione razziale, in particolar modo nei confronti degli immigrati provenienti dalle sponde dell'Africa, ma anche dei nomadi che abitano i sempre meno numerosi campi rom della Penisola.

L'emergenza razzismo al centro dei lavori ONU

Si è fatta portavoce di questo allarme Ginevra Michelle Bachelet, Alto commissario per i diritti umani nell'ambito delle Nazioni Unite, che ha dato sfogo alla propria preoccupazione nel corso dei lavori per i diritti umani, sottolineando che dei provvedimenti verranno presi anche per sensibilizzare maggiormente la situazione in Austria.

Il primo e più importante punto che viene evidenziato negativamente è il comportamento ostruzionistico delle istituzioni italiani a sfavore delle imbarcazioni delle organizzazioni non governative, che, soprattutto nel decennio scorso, avevano goduto dell'appoggio del governo. Il nodo fondamentale è la percentuale di coloro che in mare oggi, a causa della politica interna messa in atto da Salvini, stanno perdendo la vita, a dispetto di un numero di migranti che è invece diminuito.

In particolare, è stato posto l'accento sull'importanza di garantire il diritto d'asilo e la protezione dei diritti fondamentali in tutto il Vecchio Continente.

L'intervento di Salvini via social

Non si è fatta attendere la pronta risposta del Ministro dell'Interno, diramata ancora una volta in diretta attraverso la sua pagina Facebook.

Il dato riportato da Salvini per controbattere è certamente eloquente: ammonta a 700mila il numero di immigrati, molti dei quali non in regola, che in epoca recente hanno inondato il territorio italiano. Certamente, afferma il Ministro, anche per demeriti degli altri paesi dell'UE, che si sono resi poco disponibili alla collaborazione.

Proprio per questo, afferma il leader leghista, l'attuale governo non è diposta a ricevere lezioni. L'indagine delle Nazioni Unite, invece, andrebbe rivolta maggiormente verso altri stati membri che non rispettano altri principi fondamentali, quali libertà e parità tra sessi.

Ancora tensione, dunque, tra le istituzioni internazionali e quelle italiane, che al momento non sembrano disposte ad un dialogo che possa portare ad un'inversione di rotta nella propria politica di difesa dei confini.