L’Italia sarebbe a rischio default, con il pericolo di essere declassata dalle agenzie di rating, fare la fine della Grecia e vedersi arrivare dentro casa i commissari della Troika (Ue, Bce e Fmi), decisi a far quadrare i conti a forza di lacrime e sangue (dei cittadini). È questo l’allarme, o la minaccia (dipende dai punti di vista), lanciato da alcuni funzionari di Bruxelles rimasti volutamente anonimi. Come se non fossero bastati i paragoni tra l’Italia e la Grecia fatti dal presidente della commissione Ue, Jean Claude Juncker. Come se i paragoni tra il nostro Paese e l’Ungheria, con conseguenti accuse di xenofobia ed euroscetticismo mosse dal commissario agli Affari economici, il francese Pierre Moscovici, non ci avessero già offeso.

Come se la carbonara salita al Colle del presidente della Bce, Mario Draghi, non avesse già rappresentato un campanello d’allarme per l’esecutivo gialloverde. Ora tocca alle temute Moody’s e Standard & Poor’s, agenzie di rating che parlano attraverso i ventriloqui insediati nei corridoi brussellesi, minacciare di portarci la dittatura finanziaria della troika in casa.

L’avvertimento di Bruxelles: il governo M5S-Lega porterà l’Italia alla rovina

L’ultima minaccia in stile mafioso pronunciata dagli euroburocrati contro il nostro Paese arriva direttamente dalle dorate stanze della Commissione europea insediata a Bruxelles. Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Reuters, infatti, diversi funzionari Ue, se pur rimasti volutamente anonimi, avrebbero prospettato una più che probabile ristrutturazione forzata del debito pubblico italiano attraverso l’arrivo della troika, se il governo M5S-Lega si ostinerà a non modificare l’entità della sua manovra economica pensata in favore delle categorie di cittadini più svantaggiate (vedi reddito di cittadinanza e abolizione legge Fornero).

Le previsioni di bilancio contenute nel Def, infatti, sarebbero considerate come niente di più di una “assoluta follia” perché violerebbero “platealmente” le regole di bilancio imposte dall’Unione. Gli investitori sono preoccupati e la crescita del nostro Pil sarà troppo bassa, per questo gli anonimi euroburocrati prospettano una crisi di sistema in stile greco, con conseguente ristrutturazione forzata del debito per mano della temutissima troika.

I precedenti di Draghi, Juncker e Moscovici

Quasi in contemporanea con la ‘soffiata’ anti italiana arrivata da Bruxelles, mercoledì scorso il presidente della Bce, Mario Draghi, secondo diverse indiscrezioni giornalistiche, si sarebbe recato personalmente al Quirinale, allo scopo di avvertire il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sui rischi che corre il sistema-Italia nel sottovalutare la salita dello spread e nel non comprendere che il successivo declassamento del nostro rating da parte delle suddette agenzie “potrebbe provocare danni incalcolabili”.

Prima di Draghi erano stati i vertici dell’Unione a puntare il dito a più riprese contro Salvini e Di Maio. Il commissario Moscovici ha paragonato il governo gialloverde, bollato come “decisamente euroscettico e xenofobo”, a quello ungherese di Viktor Orban. Il presidente della commissione, Juncker, ha invece accostato la nostra situazione finanziaria a quella greca, meritandosi l’epiteto di ‘alcolizzato’ postato sui social network dal vicepremier Salvini.