Sarebbero già stati fermati, identificati e denunciati i due presunti responsabili del lancio di una bomba carta che, la notte scorsa, ha mandato in frantumi le vetrate della sede della Lega nel paese di Ala, in Trentino. Il fatto, già increscioso di per sé, diventa ancora più grave e acquista maggior risonanza mediatica perché, proprio oggi, è atteso l’arrivo di Matteo Salvini in occasione della campagna elettorale in vista delle elezioni provinciali a Trento del 21 ottobre. Sul luogo della deflagrazione è stata anche rinvenuta una scritta, ‘Ancora fischia il vento’, che rappresenta un motto tipico dell’area anarco-insurrezionalista.

In questa occasione nessuno degli inquirenti si è ancora espresso parlando apertamente di terrorismo. Ma, solo pochi mesi fa, dopo un analogo attentato a Villorba in provincia di Treviso, il procuratore della Repubblica della città veneta, Michele Dalla Costa, non aveva invece auto dubbi. “È terrorismo”, aveva sentenziato.

La ricostruzione dei fatti accaduti ad Ala

Era piena notte, quella tra il 12 e il 13 novembre, quando la quiete del piccolo paese di Ala, nel Trentino meridionale, è stata scossa da un forte boato, udito a chilometri di distanza. Fortunatamente, l’ordigno esploso nei pressi della locale sede della Lega ha mandato in frantumi solo qualche vetro, oltre a provocare spavento e sconcerto tra la popolazione.

Nessun ferito fortunatamente. Su un muro adiacente il luogo dell’esplosione sarebbe stata rinvenuta la scritta ‘Ancora fischa il vento’. Questa mattina, poi, secondo quanto riportano diversi organi di stampa, gli inquirenti sarebbero già giunti al fermo e alla identificazione dei due presunti responsabili dei quali, però, al momento non si conoscono le generalità.

Attacco contro Salvini, le reazioni dei leghisti

Il fatto criminoso, non ancora inquadrato come atto di terrorismo, anche se le indagini vanno in quella direzione, ha trovato immediata risonanza mediatica visto che, proprio oggi, il leader del Carroccio, Matteo Salvini, è atteso in paese in occasione della campagna elettorale provinciale.

Il ministro dell’Interno, questa mattina su Facebook, ha ringraziato le forze dell’ordine e ribadito che gli anarchci “non fermeranno il nostro sorriso e il cambiamento”. Il primo dirigente leghista nazionale a far sentire la sua vicinanza era stato il ministro della Famiglia, Lorenzo Fontana, il quale ha espresso “massima solidarietà agli amici trentini e al segretario Mirko Bisesti” perché “la violenza non ci fermerà!”. “Andiamo avanti serenamente con il nostro lavoro - ha rassicurato invece Maurizio Fugatti, sottosegretario alla Salute e candidato leghista alla Provincia autonoma di Trento - confermiamo tutti gli appuntamenti di oggi con il segretario federale Matteo Salvini”. Più netto si dimostra Roberto Calderoli: “Chi fa esplodere le bombe non è un oppositore politico ma un terrorrista”.

Il precedente di ‘terrorismo’ a Treviso

Come detto, nel caso di Ala l’ipotesi terrorismo non è stata ancora resa pubblica. Ma solo qualche mese fa, nell’agosto scorso, quando un episodio analogo si era verificato a Villorba (TV), il Procuratore di Treviso, Michele Dalla Costa, non aveva esitato a parlare apertamente di atto di “terrorismo”, rendendo noto che gli atti dell’inchiesta erano stati, per questo motivo, inviati alla Procura distrettuale di Venezia.