Giovedì sera, nel corso di un'intervista a Piazzapulita (La7), il vicepremier Luigi Di Maio ha annunciato di ''aver dato mandato di stampare 5-6 milioni di tessere per il reddito di cittadinanza''. Gli enti che collaborano all'attuazione della misura, però, fanno sorgere diversi dubbi circa l'affermazione del leader pentastellato. Per questo motivo, l'ex ministro Carlo Calenda ha attaccato Di Maio, sostenendo che abbia mentito e che dovrebbe dimettersi.

Il 'giallo' delle tessere

Il Corriere della Sera, in un articolo, spiega di aver consultato gli istituti coinvolti nell'erogazione del reddito e mette in discussione il fatto che le tessere possano già essere in fase di stampa.

Inps, Poste Italiane e banche, infatti, sostengono che i loro tecnici stanno lavorando sulla misura e che al momento non esiste una direttiva ufficiale e condivisa. La discussione, quindi, è ancora aperta e pare improbabile che le social cards posseggano tutte le convenzioni necessarie. Per essere complete devono disporre di un marchio autorizzato, che verrà impresso sulla facciata della tessera ma che ad oggi non è stato accordato. Il progetto io.italia.it, inoltre, non è pronto per essere utilizzato nell'ambito del reddito di cittadinanza. Il portale, che avrà il compito di tracciare le spese fatte con il sussidio, è in corso di completamento. Il Ministero del Lavoro, infine, non ha fornito alcun chiarimento per quanto riguarda i modi e i tempi di produzione delle tessere.

Calenda: 'Di Maio dovrebbe dimettersi'

Questa serie di punti critici ha portato, nel Partito Democratico, alla conclusione che Luigi Di Maio abbia mentito. Carlo Calenda, ex ministro allo Sviluppo Economico, sostiene che il vicepremier dovrebbe dimettersi. Secondo l'esponente Dem, infatti, ''mentire da ministro comporta le dimissioni'', tanto più se le bugie son più di una.

In un post, Calenda ha elencato le quattro volte in cui Luigi Di Maio ha fatto dichiarazioni che si sono rivelate false. Le occasioni riguardano il parere dell'avvocatura sull'acciaieria Ilva, la 'manina' che avrebbe introdotto emendamenti non condivisi nel decreto fiscale, l'esistenza di penali nel contratto per la costruzione del Tap e, infine, la stampa delle tessere per il reddito di cittadinanza.

A rincarare la dose, si è aggiunta anche la critica di un altro esponente del Pd, Andrea Romano. Il deputato ha registrato un breve video in cui accusa Di Maio di ''raccontare balle agli italiani''. Rispetto a quanto detto dal leader del M5S, Romano replica che ''non esiste nessuna legge sul reddito di cittadinanza'' e che ''non è stato stanziato nemmeno un euro''. Per questo rinnova l'invito ad ampliare il reddito d'inclusione promosso dal precedente governo, anziché ''prendere in giro gli italiani e lasciare nell'incertezza le persone in difficoltà''.