Ha fatto molto discutere il servizio mandato in onda durante l'ultima puntata de "Le Iene'': un ex operaio ha affermato di aver lavorato in nero per l'azienda del padre di Luigi Di Maio, quando quest'ultimo aveva 24-25 anni e non era ancora uno dei maggiori esponenti politici del nostro Paese.

Queste dichiarazioni, indubbiamente, hanno fatto scalpore, non solo perché sono state rilasciate a 8-9 anni di distanza dall'epoca dei fatti, ma anche perché coinvolgono la ditta di famiglia, di cui il vicepremier oggi è proprietario al 50%. La notizia ha alzato un vero e proprio polverone anche nel mondo politico, con l'opposizione - e soprattutto il Partito Democratico - che si è scagliata contro Di Maio, accusandolo di incoerenza perché durante lo "scandalo Etruria" il Movimento 5 Stelle fu piuttosto duro nei confronti del padre di Maria Elena Boschi.

Le parole del dipendente nel servizio de "Le Iene''

Salvatore Pizzo, il dipendente intervistato dal programma di Italia 1, oltre ad aver raccontato di aver lavorato senza alcun contratto per l'azienda allora gestita interamente da Antonio Di Maio, ha aggiunto che, in seguito ad un infortunio, l'imprenditore gli avrebbe consigliato di non dire in ospedale di essersi ferito mentre era sul posto di lavoro, altrimenti si sarebbe ritrovato nei guai perché sprovvisto di un regolare contratto di assunzione.

In un secondo momento, l'operaio si sarebbe rivolto alla Cgil, che gli avrebbe consigliato di stringere un accordo con il titolare della ditta, proponendogli di stilare un contratto di lavoro, e così sarebbe avvenuto.

Dopo un po' di tempo, l'uomo avrebbe ottenuto anche un indennizzo.

Filippo Roma, inviato de "Le Iene" ha anche raggiunto Luigi Di Maio, chiedendogli spiegazioni sulla vicenda. Il ministro del Lavoro ha spiegato di non sapere nulla dell'accaduto, perché in quegli anni non aveva alcuna responsabilità di gestione dell'impresa.

Successivamente, il pentastellato è tornato sull'argomento, rivelando del suo rapporto complicato con il padre, migliorato soltanto negli ultimi anni.

Tornando a Salvatore Pizzo, ricordando che l'attuale vicepremier in campagna elettorale aveva affermato di provenire da una famiglia onesta, ha risposto senza mezzi termini: "Lo venisse a dire in faccia a me che tutta questa onestà sulla mia pelle non l'ho notata".

Lo sfogo di Luigi Di Maio su Facebook

"Il caso di stasera - ha scritto il ministro del Lavoro riferendosi al servizio della trasmissione condotta da Nadia Toffa - riguarda un lavoratore che 8 anni fa ha lavorato in nero per mio padre. Sono contento che Salvatore abbia trovato il coraggio di denunciare pubblicamente dopo 8 anni. All'epoca dei fatti si è rivolto al sindacato Cgil che gli consigliò di trovare un accordo con mio padre per farsi assumere, e infatti ha poi ottenuto un contratto regolare. Successivamente gli fu corrisposto anche un indennizzo".

Proseguendo nelle sue dichiarazioni, il vicepremier ha chiarito: "8 anni fa io non ero né socio dell'azienda, né mai mi sono occupato delle questioni di mio padre.

Domani consegnerò a Filippo Roma i documenti su questa vicenda in particolare, che intanto ho chiesto di procurare a mio padre, e faremo tutte le verifiche che servono su quanto raccontato da Salvatore nel servizio".