Laura Boldrini non si arrende e guarda a futura. Dopo lo scioglimento del cartello elettorale di sinistra chiamato LeU, diretta conseguenza del fallimento dei transfughi del Pd alle elezioni del 4 marzo, la parlamentare ha presentato nei giorni scorsi a Torino la nuova rete Politica da lei presieduta, denominata appunto Futura. La sua intenzione è quella di conciliare le istanze dei movimenti ambientalista, femminista e del volontariato in generale, per dare vita ad un nuovo rassemblement del mondo della sinistra progressista. Il primo traguardo è quello di presentarsi alle elezioni europee del maggio 2019, considerate “epocali” dalla stessa Boldrini.

Il programma di Futura spiegato da Laura Boldrini

Il nuovo tentativo di Laura Boldrini di dare vita a un movimento politico unitario di sinistra è andato in scena a Torino lunedì sorso, 17 dicembre, alla Fabbrica delle E in corso Trapani. Come già accennato, la proposta della ex presidente della Camera si fonda sulla comunità di intenti tra i movimenti ambientalista, femminista e del volontariato. L’obiettivo principale della sinistra progressista e plurale sognata dalla Boldrini è quello di non “consegnare l’Italia e l’Europa al sovranismo”, rappresentato nel nostro Paese soprattutto dal suo nemico giurato Matteo Salvini. L’appello è rivolto prima di tutto a quelli che lei stessa definisce gli “amici” del Pd e di LeU, ma anche ai liberi cittadini che chiama “cani sciolti”.

Lei, da parte sua, decide di “metterci la faccia” per salvare la parte buona del “progressismo”, soprattutto per quanto riguarda temi come i diritti, l’uguaglianza e la giustizia. Una invocazione all’unità, insomma, e a smetterla con le continue “liti” a sinistra.

‘Crediamo in una società più al femminile, ricca di donne in posizione di comando’

Lo scopo della rete Futura è quello di voler rappresentare una “casa aperta” per tutte quelle persone volenterose di impegnarsi in una “politica di ascolto” nei confronti dei cittadini italiani. I temi più caldi da affrontare, aggiunge Laura Boldrini, sono quelli dei diritti, del lavoro e dell’idea di Europa che si vuole mettere in pratica.

Una “società più giusta, più aperta e più inclusiva”, insomma, dove torni ad esserci la “speranza” nel futuro. Niente “guerra tra poveri”, immigrati compresi, dunque, ma lotta dura alle disuguaglianze. Altro punto fondamentale del programma boldriniano è quello di fondare una società dove non sia più in alcun modo tollerata la violenza sulle donne, dove non esistano più discriminazioni nei confronti delle persone a causa del loro “orientamento sessuale”. Per concludere, “una società più al femminile, ricca di donne in posizione di comando”.