Antonio Di Pietro non può essere considerato un fan di Matteo Salvini. L'ex magistrato, una volta entrato in politica, ha dimostrato di avere idee molto più vicine alla sinistra che a quelle di destra del leader della Lega. Pertanto non può essere considerato uno dei milioni di sostenitori che fanno capo al consenso, indicato come crescente dai sondaggi che si è assicurato il ministro dell'Interno.

E nella doppia veste di leader di Italia dei Valori e di ex togato ha commentato la vicenda che, nelle ultime ore, ha visto andare in scena un'autentica querelle tra il capo del Viminale ed il procuratore capo di Torino Spataro. Quasi pleonastico sottolineare quanto duro sia stato il suo giudizio nei confronti di Salvini. Di Pietro è intervenuto nel corso di "L'Italia s'è desta", trasmissione di Radio Cusano Campus.

Salvini doveva aspettare che l'operazione finisse

Spataro avrebbe accusato di aver messo a rischio un'operazione contro un’organizzazione criminale nigeriana legata alla mafia con un tweet che anticipava (o così pare) quanto sarebbe avvenuto.

Salvini avrebbe definito le parole del magistrato fuori luogo, considerato che sarebbe stato più opportuno prendere eventualmente il telefono e chiarire la cosa in privato tra figure istituzionali e, soprattutto, per aver pubblicato la cosa sui social soltanto un'ora e mezza dopo aver ricevuto il messaggio che annunciava l'avvenuta operazione delle forze dell'ordine, con cui intendeva complimentarsi. Chiamato ad esprimersi sulla vicenda Di Pietro è stato piuttosto netto ripercorrendo le tappe di quanto accaduto. "Il procuratore - ha detto - sta coordinando un'operazione di Polizia e chi riceve la notizia non deve pubblicarla, perché finisce quando coloro che la fanno lo dicono".

Salvini dovrebbe essere sfiduciato

"Quel che è successo ieri è un fatto di sgarbo istituzionale fatta da un ministro dell'Interno, una volgarità che si può dire al bar ma non nell'esercizio delle funzioni. Dovrebbe andare a casa. C'era un rischio per l'operazione in corso e per chi la stava conducendo. Il Ministro è un pubblico ufficiale ed è il primo della catena a dover rispettare certe regole".

Riguardo al comportamento di Salvini: "E' un chiaro reato rispetto alla rivelazione e all'utilizzazione del segreto d'ufficio, articolo 326 del codice penale. In un paese normale non si dovrebbe parlare di scontro, ma di un pubblico ufficiale che ha violato la legge ed il galateo istituzionale nei confronti di una persona.

Purtroppo succederà tutto a tarallucci e vino. Faranno finta di non vedere e di non sentire, parlando solo di incomprensioni.

"In un paese normale, a livello di Parlamento, bisognerebbe - prosegue - sfiduciare un ministro che, nell'esercizio delle sue funzioni, intralcia un'operazione di Polizia in corso. Il Consiglio dei Ministri dovrebbe prendere atto, il Presidente del Consiglio non dovrebbe fare lo gnorri. E' un fatto grave, è successa una violazione di legge".