Nella puntata di ieri 7 dicembre di "Propaganda Live" su La7, condotta da Diego Bianchi, è intervenuto Mimmo Lucano, sindaco di Riace, protagonista della nota vicenda di cronaca giudiziaria relativa all'accoglienza dei migranti nel suo comune, che lo ha visto costretto agli arresti domiciliari per due settimane (dal 2 al 16 ottobre), ma che attualmente ha il divieto di dimora nel suo Comune. Vediamo le parti salienti di quello che ha detto.

Lucano: 'Io potere politico? Neanche verso i miei familiari'

Nella parte iniziale dell'intervista, Mimmo Lucano ha ripercorso le tappe della vicenda giudiziaria in cui è rimasto coinvolto, affermando fra le altre cose: "Non voglio fare polemica, ma il Tribunale della libertà ha fornito delle motivazioni che secondo me sono un po' inverosimili: si dice che io non ho toccato soldi, perché ovviamente era chiaro osservando la mia condizione patrimoniale, ma poi si dice che avrei avuto un vantaggio politico".

A questo punto, anche con un po' di ironia, ha raccontato di avere avuto un passato di militanza Politica nella locride anche in Democrazia Proletaria, ottenendo pochissimi voti. Accennando a quando neanche suo padre lo votò alle elezioni del 1995 e al fatto che il figlio ha fondato il "movimento delle schede bianche", aggiungendo quindi: "Evidentemente tutto questo potere politico non ce l'ho avuto neanche verso i miei familiari (...) Questa situazione mi ha fatto diventare un personaggio noto, vado in giro a raccontare della mia Calabria senza luoghi comuni: questo è un messaggio di civiltà e di amore verso una terra che non è solo con le manette ai polsi".

Lucano: 'Non voglio nessuna candidatura, né alle Europee ne alle Regionali; non faccio le cose per avere una poltrona'

Lucano ha anche fatto una precisazione: "Tutti mi chiedono quale è il mio futuro politico, visto che sono un sindaco sospeso. Così ne approfitto per chiarire subito, anche rispetto a quel che è stato scritto: io non voglio nessuna candidatura, nemmeno alle elezioni europee, nemmeno alle elezioni regionali.

Non voglio, perché non mi piace fare qualche cosa per averne in cambio un'altra o per avere una poltrona. Non ho mai inteso questo".

Riguardo alla sua fiducia nella magistratura, poi ha detto: "Dipende. Io sono convinto che tutte le persone siano animate da un senso di correttezza e obiettività, non mi viene mai da pensare che possa prevalere altro.

Quando uno vive quello che sto vivendo io prova un accumulo di tristezza e amarezza".

'Chi è umano non è aggressivo verso chi sceglie di rimanere insensibile: chi resta insensibile invece giudica e offende'

Mimmo Lucano ha poi aggiunto: "Rispetto all'accoglienza e all'immigrazione, quello che stiamo vivendo in Italia porta a degli atteggiamenti dell'animo che non puoi controllare. Se c'è uno sbarco e arrivano persone, come tante volte accade, alcuni sentono un impulso dentro che li spinge a essere d'aiuto, a soccorrere, perché il primo intervento è fondamentale. Ci sono invece persone che restano insensibili, che si mettono le creme abbronzanti e non considerano quell'umanità come qualcosa che li riguarda.

Io ho seguito la mia indole, siamo più numerosi di quello che si crede, ma non voglio giudicare nessuno. E' chiaro che c'è un atteggiamento di umanità e uno invece di indifferenza che è l'anticamera dell'inumanità. Ci sta capitando che la parte che sceglie l'umanità non è così fiscale e aggressiva verso chi non ha questa sensibilità, invece quelli che scelgono di rimanere insensibili ti odiano e ti giudicano, facendo quasi un processo politico".

Prima di concludere: "Se tu senti come ingiustizia sulla tua pelle ogni ingiustizia che venga commessa verso una persona, è qualcosa che porti dentro di te e non puoi reprimere: questa è una condizione fondamentale. Le ingiustizie spesso vengono subite dai più deboli e dagli emarginati. Non dobbiamo abbandonare il sogno di una società in cui c'è uguaglianza sotto tutti i punti di vista, economica e sociale".