'Comandano i terroni'. Il titolo di Libero ha destato parecchio rumore mediatico. La tesi esposta nell'articolo di apertura del quotidiano è discutibile: le cariche più alte dello Stato sono occupate da 'terroni', motivo per cui 'Salvini ha tutti contro'. Insomma, per giustificare evidenti contrasti in seno alla maggioranza di governo che hanno tenuto banco negli ultimi giorni, sulla questione migranti ma non solo, viene rispolverato il tradizionale dualismo 'nord vs sud'. Tema discutibile, ribadiamo, ma non sta a noi giudicare le scelte editoriali di un altro organo di informazione.

Ad ogni modo, se l'obiettivo era quello di sollevare un polverone, il titolo provocatorio ha colto nel segno. Tra le reazioni a livello politico, visto che alla fine sono i leader politici ad essere tirati in ballo, c'è da segnalare quella del vicepremier Luigi Di Maio che risponde per le rime ed annuncia il giro di vite sui soldi pubblici destinati alla stampa. L'Ordine dei giornalisti dal canto suo condanna il titolo di Libero, ma contesta la presa di posizione del leader del Movimento 5 Stelle che, di fatto, va a colpire un'intera categoria. Del resto i rapporti tra i ranghi pentastellati e l'informazione, altra vicenda nota, non sono mai stati particolarmente felici, tanto per usare un eufemismo.

'Questa è la preziosa informazione da tutelare con i vostri soldi'

Alle tematiche con cui Libero ha aperto la sua edizione di ieri, Di Maio ha risposto con un post piuttosto indicativo su Facebook. "Libero è un giornale finanziato con i soldi pubblici, anche quelli dei terroni. Questa è la preziosa informazione da tutelare con i vostri soldi?" e poi aggiunge "state tranquilli che abbiamo iniziato a toglierli da quest'anno ed entro tre anni arriveranno a zero".

La presa di posizione dell'Ordine dei giornalisti

Alla fine del suo post, Di Maio aveva provocato l'Ordine dei giornalisti chiedendo se fosse rimasto in silenzio dopo questa vicenda. L'Ordine dal canto suo prende posizione e, pur condannando il titolo di Libero, non può fare a meno di contestare quanto affermato dal vicepremier.

"Sono due modi diversi di voler male al giornalismo", si legge in una nota che annuncia la segnalazione di Libero al consiglio territoriale di disciplina. Cosa non nuova, come ricorda lo stesso Ordine visto che recentemente il Tribunale di Milano ha confermato una sanzione nei confronti della stessa testata (emessa dall'Odg ovviamente) per un altro titolo discutibile. Ma per i vertici del giornalismo italiano "è inaccettabile il post di Di Maio che torna a compiacersi per i tagli all'editoria" e sottolinea di attendere che il premier Giuseppe Conte attivi il promesso tavolo di confronto con la categoria. "Imputare le colpe di Libero a tutta la stampa è ingiusto".

Margiotta (Pd): 'Da Di Maio un sussulto di dignità'

La presa di posizione di Di Maio, per una volta, viene sottolineata positivamente dall'opposizione. Il senatore del Pd, Salvatore Margiotta, definisce il post di Di Maio "un sussulto di dignità che non risolve il problema. Libero distribuisce le veline della Lega e questo è l'ultimo capitolo di una campagna diffamatoria e volgare contro il Mezzogiorno. Un titolo che fa male, ma sono peggiori le misure che tolgono al Sud per darle al Nord". Durissimo il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. "Con questo titolo vergognoso si preparano a scaricare sul Sud le colpe dei fallimenti del governo".