Più passano i giorni, più si avvicina il 29 marzo. Ovvero il giorno in cui scadranno i due anni dall'attivazione dell'articolo 50 del Trattato di Lisbona: entro quella data, il Regno Unito dovrà uscire dall'Unione Europea. Con o senza accordo. Il parlamento di Westminster ha bocciato qualche settimana fa il faticoso compromesso trovato dalla premier May con l'UE. Da quel momento, le possibilità di un no deal (ovvero un’uscita dall’Unione senza alcun accordo) si sono fatte molto più elevate.

I rischi che scaturirebbero da questa situazione sono evidenti.

Un rapporto della Bank of England prevedeva addirittura la possibilità di un calo del prodotto interno lordo britannico di 8 punti percentuali in caso di mancato accordo. Con forti rischi di ripercussioni sull'occupazione e quindi sulla stabilità sociale del Paese.

Il Sunday Times ha rivelato che sarebbe pronto un piano per evitare che i disordini sociali conseguenti al mancato accordo mettano in pericolo la Regina Elisabetta, suo marito Filippo e tutti i loro discendenti. Tale piano sarebbe un'evoluzione dei protocolli messi a punto nel corso della Guerra Fredda per trasportare i Reali in una località segreta, nel caso le tensioni sociali internazionali li avessero messi in pericolo.

La stretta via per un accordo

Theresa May si starà augurando certamente che non sarà necessario attuare quei piani. La prima ministra britannica infatti ha dichiarato che lotterà "a Bruxelles per la Gran Bretagna e l'Irlanda del Nord", cercando fino alla fine un nuovo accordo che possa essere approvato dalla maggioranza conservatrice che la sostiene.

Una delle questioni più annose è certamente quella del backstop, ovvero la rigidità del confine tra Irlanda e Irlanda del Nord. Ma non è l'unica. Infatti, sia da alcuni parlamentari conservatori che dagli alleati di governo - gli Unionisti Nord Irlandesi - sono arrivate critiche alla May per la questione della Corte di Giustizia Europea.

L'organo giudiziario dell'Unione avrebbe avuto infatti ancora molta giurisdizione nel Regno Unito anche dopo la Brexit, se fosse passato l'accordo trovato dalla premier. Tuttavia non è detto che la May riesca ad ottenere un nuovo accordo. Le parole del presidente della Commissione europea Junker lasciano poco spazio all'interpretazione: l'accordo che era stato trovato precedentemente, secondo il lussemburghese, "non è più negoziabile".