Martedì 19 febbraio è una data importante per Matteo Salvini. Ma non solo, il termine fissato per decidere l’immunità del Ministro dell’Interno relativamente al caso Diciotti, potrebbe diventare la miccia per innescare una crisi che provocherebbe scossoni nel Governo italiano.

Sono in gioco equilibri millimetrici nella maggioranza, e a decidere la sorte di Salvini saranno proprio i 5 Stelle, alleati di Governo in un matrimonio che sembra reggere ogni giorno di meno. E il Movimento sarebbe già spaccato in due, da una parte i ‘puri e duri’ che vorrebbero attenersi ai dettami dogmatici storici di Casaleggio e Grillo, dall’altra quelli disposti a mediare che invece vorrebbero fare un distinguo sul rifiuto all’immunità da sempre urlato a gran voce dai pentastellati.

Dal voto del 19 può dipendere il futuro del Movimento

Dal voto della Giunta per le immunità del Senato del 19 febbraio non è in gioco soltanto il futuro politico di Matteo Salvini, ma da questo delicato momento della vita Politica italiana dipende anche il destino del Movimento 5 Stelle. Lo "zoccolo duro" si lamenta di una mancata strategia nella maggioranza e di una sottomissione alla Lega sempre più evidente. Sembra finita l’epoca dei compromessi, il caso Tav è emblematico, e anche sulle autonomie regionali i dissidi diventano sempre più evidenti. Di Maio sembra pagare un’ingenuità dettata dalla poca esperienza, mentre Salvini, più abituato alle dinamiche della politica nostrana, continua a guadagnare consensi.

È un esempio il duro colpo preso nelle regionali in Abruzzo, che ha visto la vittoria di Lega e Centrodestra e il crollo dei 5 Stelle.

'Luigi non è Mandrake', critiche anche all’interno del Movimento

Roberta Lombardi - già capogruppo alla Camera e ora consigliera pentastellata in Regione Lazio - ha recentemente affermato che Di Maio ha troppi incarichi e pur essendo una persona brillante resta sempre un essere umano.

“Luigi non è Mandrake” ha aggiunto. Una giustificazione agli errori di Di Maio che cela però una critica, non troppo velata, nei confronti del Vicepremier.

Roberta Lombardi, insieme a Elena Fattori e Paola Nugnes, senatrici del M5S, sono a favore dell’autorizzazione a procedere contro Salvini e ben rappresentano le voci in disaccordo all’interno dello stesso Movimento.

E tra dissidi, purismi e tentativi di mediare, appaiono sempre più vicine le Europee. Quello di fine maggio sarà un voto decisivo per i 5 Stelle. Di Maio annuncerà a breve le quattro forze politiche europee con le quali verrà stipulato un accordo di programma.

Dalle prime indiscrezioni starebbe lavorando verso la formazione di varie alleanze che verranno meglio definite nei prossimi giorni. I 5 Stelle dovrebbero presentarsi con il Movimento polacco Kukiz’15, col i croati del partito Zivi Zid, col partito greco Akkel e col Movimento finlandese Liike Nyt. Staremo a vedere.