È un rapporto complicato quello esistente tra l'attuale governo Lega-Movimento Cinque Stelle e il presidente dell'Inps Tito Boeri. Di Maio e Salvini non hanno lesinato toni forti nei suoi confronti ai tempi dello scontro su quota 100. Adesso potrebbe esserci un nuovo terreno di scontro, dato che il numero uno dell'istituto previdenziale ha manifestato tutte le sue perplessità sul reddito di cittadinanza. A fare riflettere, in particolare, è l'eventualità paventata da Boeri, secondo cui si potrebbe dover richiedere a 100.000 famiglie la restituzione di una somma fino a 10.000 euro, secondo quelle che sono le previsioni dell'Inps, per la mancanza di strumenti sufficienti a gestire la misura nel migliore dei modi.

Reddito di cittadinanza contestato

Il reddito di cittadinanza, com'è noto, è una vecchia battaglia del Movimento Cinque Stelle. I grillini ci tengono a sottolineare che non si tratta né di una misura assistenzialista, né di un incentivo a stare sul divano per chi non ha un lavoro. Nei pensieri dei Cinque Stelle rappresenta uno strumento che può rimettere in moto l'economia, parallelamente a un percorso di reinserimento nel mondo del lavoro di chi l'occupazione l'ha persa o non l'ha mai avuta. Un'idea che non sembra convincere le opposizioni che pensano l'esatto contrario e non usano giri di parole per dire come questa non sia altro che una mera distribuzione di soldi. Mentre si rincorrono pareri che contestano l'erogazione di assegni troppo alti e quasi disincentivanti al lavoro, considerati gli attuali salari soprattutto al Sud, c'è chi, come Tito Boeri, prova a spiegare quali potrebbero essere le conseguenze economiche della misura.

Secondo il Presidente dell'Inps, "sarebbe meglio attrezzarci per i controlli prima e non dopo l'erogazione del reddito”.

L'allarme di Boeri

Ospite nella trasmissione Otto e mezzo, su La 7, Boeri ha avuto modo di esprimere il suo punto di vista da tecnico. La platea del reddito, secondo le stime dell'Inps, sarà di circa due milioni e 400mila persone, un numero da cui attualmente sarebbe difficile scremare evasori e lavoratori in nero.

Boeri, sollecitato dalle domande di Lilli Gruber, ha avuto modo di porre in evidenza come, ad oggi, il suo ente non abbia strumenti per scongiurare truffe, non potendo fare verifiche accurate soprattutto sul "patrimonio mobiliare. Controlli che sono molto importanti per decidere a chi dare il reddito e a chi non darlo". "Noi rischiamo di doverci trovare nella situazione per cui, a posteriori - dopo aver erogato il reddito di cittadinanza - potremmo dover andare a fare azioni di recupero su famiglie che non sono particolarmente benestanti".

Un rischio che Boeri traduce anche in numeri: "Più di centomila nuclei familiari cui dovremmo andare a richiedere qualcosa come anche diecimila euro. Voi capite che non è un'operazione facile". E conclude: "A mio giudizio sarebbe meglio partire col reddito una volta che noi siamo in grado di poter fare questi controlli subito, prima di concedere il trasferimento".