Secondo gli organizzatori erano oltre 200mila le persone che hanno partecipato alla marcia contro il razzismo, svoltasi ieri a Milano. Per la questura erano la metà, ma comunque sempre molte. La manifestazione è partita da un appello lanciato online dalla piattaforma ‘People - prima le persone’, di cui fanno parte una miriade di sigle di associazioni di quella che una volta era la sinistra italiana. Presenti in piazza a Milano anche tutti i principali esponenti del Pd, impegnati oggi nelle primarie del partito, e quelli di altre formazioni politiche di area.

Una dimostrazione di forza perfettamente inutile e persino controproducente, secondo il giornalista e scrittore siciliano Pietrangelo Buttafuoco, visto che, a suo parere, non esiste un reale rischio razzismo in Italia e manifestazioni come quella meneghina non farebbero altro che portare consensi alla Lega di Matteo Salvini.

Pietrangelo Buttafuoco smonta la manifestazione antirazzista di Milano

All’indomani della marcia contro il razzismo che il sindaco Pd di Milano, Giuseppe Sala, ha modestamente definito un “momento spartiacque” nella vita del Paese, Pietrangelo Buttafuoco si lascia intervistare dal quotidiano Il Giornale allo scopo di confutare la tesi degli organizzatori della manifestazione che in Italia sia altissimo il rischio razzismo contro i migranti.

Quella suscitata dalla marcia milanese sarebbe solo una “attenzione indotta”, ovvero riuscire a concentrare l’interesse delle persone su una determinata situazione (in questo caso singoli atti di intolleranza) “che succede da sempre, ma a cui però nessuno fino ad allora ha dato un senso particolare”.

‘La gente muore nel Mediterraneo da 30 anni ma se ne parla solo adesso per attaccare Salvini’

Insomma, secondo Pietrangelo Buttafuoco - siciliano e convertito all’islam, perciò scevro dal rischio di essere accusato di razzismo - il rischio razzismo in Italia non esiste. Lo scrittore ricorda che sono più di 30 anni che “la gente muore nel Mediterraneo”, ma fino a poco tempo fa scrittori come Saviano, Veronesi e Albinati non ne scrivevano e non ne parlavano.

E nemmeno Fabio Fazio con il suo Che tempo che fa se ne interessava. Oggi, però, è cambiato tutto perché c’è Matteo Salvini a fare il ministro dell’Interno, considerato “un nemico a cui dare la responsabilità” del presunto ritorno del razzismo. In pratica, si starebbe combattendo una battaglia culturale antirazzista al solo scopo di assegnare al leader della Lega la “laurea di razzista”. Una vera e propria “criminalizzazione”, insomma.

‘Viene da pensare che i leader della sinistra siano pagati da Salvini’

In pratica, la tesi di Pietrangelo Buttafuoco è che, visto che il leader leghista non sembra al momento battibile nelle urne elettorali, si è deciso di “demonizzarlo”. Ma il risultato ottenuto dai leader della sinistra, da Sala a Boldrini passando per i candidati alla segreteria Pd, è esattamente l’opposto.

“Più usano questo meccanismo della propaganda antirazzista, più la Lega cresce nei consensi”, spiega Buttafuoco. Per questo, ironizza, “viene da pensare che siano pagati da Salvini”. Per concludere, il letterato siculo è convinto che la “sfilata” vista a Milano non si tradurrà in voti reali per la sinistra, visto che si è trattato solo di una “vetrina di una minoranza egemone” contro la “maggioranza silenziosa” degli italiani.