Il “folle episodio”, come lo ha definito lo stesso Matteo Salvini, di un cittadino marocchino, pluripregiudicato e risultato poi positivo ai test per alcool e droga, che ha provocato una strage con la sua auto a Recanati, ha dato l’occasione al leader della Lega per accelerare sulla presentazione da parte del suo partito di un disegno di legge che inasprisca le pene per gli spacciatori di droga eliminando, tra le altre cose, il concetto di ‘modica quantita’ che, secondo il ministro dell’Interno, ha salvato dalla galera in questi anni migliaia di spacciatori.

Una concezione della guerra alla droga ritenuta superata dagli alleati di governo del M5S che, per bocca di alcuni suoi esponenti, ha bocciato l’iniziativa leghista, in quanto andrebbe a colpire solo i consumatori senza toccare i veri spacciatori, rilanciando invece sulla propria idea di legalizzazione della cannabis.

La proposta di Matteo Salvini: ‘Via il concetto di modica quantità’

La contro proposta della Lega sul tema droga, rispetto al disegno di legge antiproibizionista presentato poche settimane fa in parlamento da Matteo Mantero del M5S, arriva durante una conferenza stampa tenuta ieri da Matteo Salvini negli uffici della Camera dei Deputati. Il ddl leghista prevede misure più severe contro gli spacciatori.

Pene raddoppiate, carcere da un minimo di tre fino a un massimo di sei anni, multe da 5mila a 20mila euro, confisca dell’automobile e revoca definitiva della patente, questi i punti fondamentali contenuti nel disegno di legge. “Non esiste modica quantità - spiega Salvini - se ti becco a spacciare vai in carcere con le misure cautelari”.

Il ministro dell’Interno rassicura che l’obiettivo è colpire chi spaccia, non certo i consumatori perché, aggiunge, “lì c'è mamma e papà, la scuola, gli amici, non mi interessa entrare nelle aule di scuola, a me interessa togliere dalle strade chi spaccia: poi quello che fa ognuno non mi interessa”.

La reazione del M5S: ‘Arresta i grandi trafficanti oppure legalizza’

Parole chiare, quelle di Matteo Salvini, ma rischio altissimo che l’intento del legislatore si dimostri contrario agli effetti sperati, secondo il M5S. Il primo a tuonare contro il ddl sulla droga presentato dalla Lega è il senatore pentastellato Alberto Airola il quale, commentando sulla sua pagina Facebook la vicenda, si rivolge direttamente a Salvini per avvertirlo che, così facendo, non riuscirà mai a togliere la droga dalla strada. “Inizia con arrestare i veri grandi dealers di droga oppure legalizza”, questo il consiglio di Airola al ministro.

Anche un altro senatore, Matteo Mantero, primo firmatario del ddl pentastellato sulla legalizzazione della cannabis, è convinto che l’eliminazione della modica quantità non faccia altro che aumentare la persecuzione dei clienti, salvando però i loro spacciatori.

Per lui, l’unica soluzione per “combattere le narcomafie” è quella di consentire ai cittadini di piantare le piante di cannabis in casa propria, togliendo così “cinque milioni di persone dalle grinfie degli spacciatori”, visto che il 95% dei sequestri di droga effettuati dalle forze dell’orine riguardano la cannabis e i suoi derivati.