“Ancora indagato come sequestratore”. È lo stesso Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, a dare la notizia di essere stato nuovamente iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Catania per il reato di sequestro di persona. Il caso stavolta, dopo quello della nave Diciotti, è quello della Sea Watch, l’imbarcazione dell’omonima ong tenuta ‘a mollo’ nel Mediterraneo tra il 24 e il 30 gennaio scorso con il suo carico umano di migranti a bordo. Comunque sia, il leader della Lega ci tiene a sottolineare che, fino a quando ci sarà lui al Viminale, i porti italiani rimarranno chiusi.

Una risposta esplicita a quanto dichiarato appena poche ore prima dall’alleato di governo in quota M5S Luigi Di Maio, il quale aveva parlato di misura occasionale. Definizione a cui si era accodata anche la Ministra pentastellata della Difesa Elisabetta Trenta, seguita a ruota dal Presidente della Camera Roberto Fico.

L’annuncio di Matteo Salvini: ‘Possono processarmi altre 18 volte ma porti restano chiusi’

“Li abbiamo fatti sbarcare, abbiamo lavorato per redistribuire. Risultato: ‘C’è un procedimento penale nei miei confronti”. Così Matteo Salvini, attorniato da un nugolo di giornalisti a Monza, ha confermato la notizia di essere nuovamente indagato per sequestro di persona: i migranti della nave Sea Watch.

“Non so se ridere o fare altro - ha poi proseguito - però io ribadisco ai giudici che decideranno e ai colleghi Ministri che vedo che in queste ore hanno qualche dubbio (il riferimento è al M5S ndr), che i porti italiani sono e rimangono chiusi e i trafficanti di esseri umani, gli spacciatori di droga, di morte, di armi e gli scafisti in Italia non ci arrivano.

Possono processarmi altre 18 volte, ma io finché faccio il Ministro non cambio idea. Se qualcuno ha cambiato idea nel M5S me lo dica. I numeri ci danno ragione. Quest’anno abbiamo ridotto del 90% gli sbarchi e di tantissimo i morti e i dispersi. Se qualcuno ha nostalgia degli sbarchi a centinaia di migliaia, dei porti aperti, ‘avanti c’è spazio per tutti’, ‘accogliamo tutto il resto del mondo’, ha trovato il Ministro sbagliato: Salvini e la Lega dicono no”.

Matteo Salvini ricorda poi come il caso Sea Watch coinvolgesse la Tunisia “dove non c’è la guerra. Questa è una nave che ha disubbidito a indicazioni italiane, olandesi ed europee. Se poi qualcuno disubbidisce e il processato devo essere io è una cosa abbastanza bizzarra - ha ironizzato - Però aspettiamo con assoluta serenità il collegio per i reati ministeriali che si riunirà presso il Tribunale di Catania. Bisogna portare il tema della difesa dei confini e della chiusura dei porti non solo a livello italiano ma anche europeo. Perché il problema non è redistribuire fra i Paesi europei gli sbarcati. Se l’Europa esiste deve difendere i suoi confini, via mare come via terra”.

La posizione del M5S: ‘Rifugiati devono essere accolti, non si discute’

Insomma, una posizione chiarissima quella ribadita a gran voce da Matteo Salvini, che va però a scontrarsi con quanto affermato poco prima dagli alleati nel governo gialloverde. Prima è stato il turno del leader M5S Di Maio, intervistato dal Corriere della Sera, parlare di chiusura dei porti italiani come “misura occasionale”, soprattutto di fronte alla nuova emergenza in Libia. Tesi sposata dalla Ministra della Difesa Trenta che ha sollecitato il governo a “lavorare ad una soluzione alternativa”. Posizione pentastellata completata dalla dichiarazione del Presidente della Camera Fico: “I rifugiati che scappano da una guerra non possono essere respinti, come prevede il diritto internazionale e non si discute”.