Matteo Salvini, a modo suo, rappresenta un Ministro dell'Interno di rottura. Lo era nei modi, nella scelta di stare poco al Viminale e anche nei toni. Ad accertare ulteriormente questa sua linea di discontinuità arriva un proposito destinato a far discutere. Quando ormai mancano un paio di settimane al 25 aprile, ha fatto sapere che, in occasione della festa della Liberazione, non parteciperà ad alcuna sfilata celebrativa di un'Italia liberata dal nazifascismo. Un'idea che, considerato il ruolo istituzionale del leader della Lega, fa discutere e genera parecchi malumori, soprattutto tra le file dell'Associazione Nazionale Partigiani Italiani che si è espressa in termini particolarmente duri nei confronti di chi oggi sta a capo del Viminale.

Salvini va a Corleone il 25 aprile

A margine della festa della Polizia Matteo Salvini ha manifestato quelle che sono le sue intenzioni in vista della Festa della Liberazione. Ha, infatti, annunciato che non sarà a sfilare: "tra fazzoletti rossi, verdi, neri, gialli e bianchi". Salvini ha fatto sapere che si recherà a Corleone e sarà al fianco delle forze dell'Ordine per assicurare il proprio sostegno per il loro lavoro in Sicilia. Una scelta che, naturalmente, desta polemiche per molteplici aspetti. Qualcuno, ad esempio, sottolinea che non si tratti di una scelta non casuale, tenuto conto che solo tre giorni dopo si voterà nelle zone che andrà a visitare il prossimo 25 e 26 aprile.

Dura reazione dell'Associazione Nazionale Partigiani Italiani

Sono in molti a leggere nelle parole di Salvini una sorta di delegittimazione delle feste organizzate soprattutto dai partigiani. Ed è proprio l'Anpi a far valere la propria voce piuttosto risentita nei confronti del Ministro dell'Interno. E sono parole particolarmente dure ed infuriate quelle che definiscono "brutale propaganda" la scelta del Ministro di dare poco peso ad un evento che si pone l'obiettivo di raccontare uomini e donne che, nel corso della Seconda Guerra Mondiale, hanno scelto di sacrificare la propria vita pur di regalare la libertà al Paese.

Salvini ha, inoltre, fatto sapere che oggi il problema principale dell'Italia è quello di lottare strenuamente contro camorra, ndrangheta e mafia ed è per questo che si recherà a Corleone. Per qualcuno si è trattato di una sorta di strumentalizzazione dell'antimafia. È il caso ad esempio di Emanuele Fiano del Pd che ha catalogato come "sconcertante" il fatto che abbia utilizzato, secondo lui, la lotta alle mafie per offuscare il valore di una giornata storica e "alimentare in modo più netto la negazione del valore dell'antifascismo".