Il racconto del disastroso incendio della cattedrale parigina di Notre-Dame nelle ultime ora ha naturalmente monopolizzato tutti mass media. Non ha fatto eccezione nemmeno Quarta Repubblica, il talk show di Rete 4, condotto da Nicola Porro, che ha dovuto modificare all’ultimo istante il suo palinsesto per seguire lo sviluppo della tragedia di Parigi. Ospiti in studio, tra gli altri, i giornalisti Alessandro Sallusti e Mario Giordano, il criminologo alessandro meluzzi e il critico d’arte Vittorio sgarbi. Logico che con questi nomi sul piatto dovesse scatenarsi prima o poi la bagarre.

Protagonisti della zuffa mediatica sono stati gli ultimi due, Meluzzi e Sgarbi. Il primo, infatti, ha paventato la concreta possibilità che l’incendio di Notre-Dame potesse essere doloso, appiccato magari da terroristi di matrice islamica. Ipotesi poi sgonfiata dalle dichiarazioni delle autorità francesi, presidente Macron in testa. Una sparata, quella del barbuto psichiatra, che ha mandato su tutte le furie Vittorio Sgarbi, convinto da subito che dietro le fiamme non ci fosse alcun “attentato” e “nessun nemico”. Furioso il litigio tra i due.

I dubbi di Alessandro Meluzzi: ‘Immagine troppo perfetta per pensare che sia avvenuta casualmente’

La puntata di Quarta Repubblica di lunedì 15 aprile inizia con qualche minuto di anticipo.

L’emergenza a Notre-Dame, infatti, è ancora ai massimi livelli. La cattedrale brucia rovinosamente e le autorità di Parigi temono persino un crollo totale della storica struttura, comprese le due torri. La concitazione è spasmodica e qualcuno, come nel caso di Alessandro Meluzzi, si lascia forse andare ad un inutile allarmismo.

“Una immagine mediatica simile a quella dell’11 settembre 2001” quando a New York vennero prese di mira dai terroristi islamici le Torri Gemelle, commenta il criminologo, volto noto della tv. Una “immagine troppo perfetta per pensare che sia avvenuta casualmente”, aggiunge poi con chiaro riferimento alla possibilità che dietro l’incendio di Notre-Dame possa nascondersi la mano dei terroristi islamici.

“Questa è una catastrofe per l’intero Occidente, per la Francia e per la Cristianità”, aggiunge poi Meluzzi puntando il dito contro alcuni recenti episodi, avvenuti proprio nel Paese transalpino, in cui gli estremisti maomettani hanno tentato di dare fuoco ad alcune chiese, come quella di Saint Sulpice. “Vedrete che al posto della cattedrale ci faranno una moschea”, conclude poi con l’ennesima provocazione.

La furia di Vittorio Sgarbi: ‘Nessun attentato, non c’è un nemico stavolta’

Il solo tentativo di evocare il terrorismo islamico per i fatti di Notre-Dame, fatto da Alessandro Meluzzi, riesce a far perdere immediatamente la pazienza a Vittorio Sgarbi. Il critico d’arte, oltre a non credere assolutamente all’ipotesi attentato, sembra anche molto più sereno degli altri presenti, visto che considera di poco conto i danni subiti dalla cattedrale.

Le vetrate sono “paccottiglia degli anni ‘60”, afferma, e, male che vada, l’unica cosa preziosa che potrebbe andare distrutta è un quadro di Guido Reni. Non si tratta di un nuovo 11 settembre, prosegue poi nella sua analisi, perché non si tratta di un attentato e, quando tra 10 anni la vedremo ricostruita, nessun si ricorderà la data in cui è scoppiato l’incendio. Ma la furia sgarbiana si manifesta, con tanto di insulti e parolacce contro Meluzzi (ricambiate, ma più volte censurate e silenziate da Porro), sull’ipotesi terrorismo avanzata dal criminologo. “Basta retorica, io non penso a farmi dei nemici quando non ci sono - sbotta il professore - non ci sono morti, non ci sono islamici, non è stato un attentato, niente di volontario, non c’è un nemico”.