Tutti i membri del governo si dicono ottimisti sulla sua tenuta, ma in realtà i problemi non mancano e la conclusione non è affatto scontata. Nonostante possa sembrare che la questione sia tutta nelle mani del Movimento 5 Stelle e nel voto della piattaforma Rousseau nei riguardi di Di Maio, in realtà la Lega ha altrettanta parte nella questione. In particolare, a breve arriverà la sentenza sul caso Rixi. Come ricordato anche da Di Battista, il contratto di governo prevede che se il leghista sarà condannato, dovrà dimettersi. Salvini e i suoi, però, sembrerebbero intenzionati a difendere il loro uomo.

Caso Rixi, Di Battista: 'Io non posso pensare che Salvini possa mandare tutto a carte quarantotto per difendere un condannato'

Conte ha incontrato Salvini, Di Maio e Mattarella, e sembra essere ottimista sulla tenuta del governo. In realtà, però, i problemi non sono pochi. Oltre alla questione della fiducia a Di Maio da parte della piattaforma Rousseau (che potrebbe vedere un cambio di leader nel M5S), a far tremare maggiormente la maggioranza è il Caso Rixi.

A breve arriverà la sentenza, e si capirà dunque se il leghista è stato condannato oppure no. In caso affermativo, il contratto di Governo prevede esplicitamente che la persona interessata dia le proprie dimissioni. Secondo alcune voci che girano, però, Salvini e la Lega sembrano voler difendere comunque il loro uomo.

Al riguardo è intervenuto Alessandro Di Battista. Lui ha ribadito senza mezzi termini che se Rixi verrà condannato, dovrà dimettersi, e non solo a causa del contratto, ma in vista della morale comune. Aggiunge quindi: "Io non posso pensare che Salvini possa mandare tutto a carte quarantotto per difendere un condannato".

Sul fatto poi che Salvini abbia detto esplicitamente che se prevarrà Di Battista, il governo chiuderà, il pentastellato commenta di aver visto che anche oggi il leader leghista parla di lui, ma non comprende perché debba essere la sua ossessione.

Il Caso Rixi

Sembra dunque ripetersi il copione del caso Siri, con la differenza che dopo le elezioni europee la Lega si sente forte di una maggioranza di voto schiacciante. Il sottosegretario leghista è accusato di falso e peculato per fatti che riguardano il periodo 2010-2012. In questi giorni è stato proprio Siri a difenderlo, sostenendo che una persona sarebbe innocente sino al terzo grado di giudizio.

Questa linea, però, non può piacere ai 5 Stelle, che hanno sempre fatto della questione morale una delle loro battaglie principali. Senza contare, inoltre, che nello stesso contratto di governo è scritto chiaramente che, anche in caso di condanna in primo grado, l'interessato debba dare le proprie dimissioni.