Sono cominciati giorni difficili per il governo gialloverde, le cui basi sono state ulteriormente minate dopo la tornata elettorale dello scorso 26 maggio, con il leader del Carroccio, Matteo Salvini, uscito vincitore e pronto a scoprire le carte in tavola e il capo politico del Movimento Cinque Stelle, Luigi Di Maio, nel bel mezzo di una bufera che avrà il suo esito in serata, dopo le 20. Oggi, infatti, gli attivisti grillini sono chiamati a votare la fiducia al capo politico sulla piattaforma Rousseau e, da tale esito, dipenderà la sorte del pentastellato.

Insomma, in mezzo a tanto trambusto sembra esserci una sola, triste certezza: con ogni probabilità il governo gialloverde ha le ore (o i mesi) contati. Tra una crisi e l'altra che raggiungerà l'apice nei mesi di giugno-luglio, passando per lo scioglimento del Parlamento a metà luglio, dopo le consultazioni del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e, per finire, nuove elezioni a settembre (il 29) permettendo al nuovo (ipotetico) governo che si formerà di redigere la legge di bilancio da inviare alla Commissione europea.

Con le spalle al muro

Un quadro deteriorato, che apre la strada a un'ipotesi, tutt'altro che infondata, di una caduta dell'esecutivo per due motivi: la debolezza del Movimento Cinque Stelle e della leadership di Luigi Di Maio.

Un'associazione, quella grillina, ormai troppo debole, che non ha altre alternative, se vuole restare al governo, di accettare le condizioni dettate dall'altro vicepremier Matteo Salvini: il sì alla Tav, all'autonomia differenziata, alla separazione delle carriere e, soprattutto, il sì alla flat tax. "Io lavoro" - ha affermato il leader leghista " per la rivoluzione fiscale, per far sì che famiglie e imprese paghino meno tasse; perciò non ho tempo per le polemiche".

Dal canto suo, Di Maio è convinto che questa sia una tattica "salviniana" che spinge per far cadere il governo e tornare a votare. Sul tema si pronuncia anche la presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, per la quale saranno proprio i grillini a portare alla rottura definitiva, dal momento che non accettano e non hanno interesse a consegnarsi con un mero cenno del capo a Matteo Salvini.

Ipotesi nuove elezioni a settembre

Il compito del presidente Mattarella, consapevole dell'ottimismo del premier Giuseppe Conte circa una "ripartenza" che non può dirsi assolutamente scontata e dello spettro di una crisi Politica che non si è dissolto, è di osservare attentamente e in maniera lucidissima l'orizzonte, lasciando da parte ogni speranza di un ritorno al sereno.

Infatti, in un contesto così tanto precario la serenità è pura utopia. Se una qualche intesa fra i due vicepremier venisse a franare, e per quanto minima possa essere tale frana, il Capo dello Stato si vedrebbe obbligato a svolgere rapide consultazioni e, in assenza di una maggioranza, a chiudere la legislatura e riportare gli italiani alle urne a fine settembre, in modo da scongiurare il default dell'Italia.

Ad aggravare la situazione, secondo Mattarella, e portando l'attuale esecutivo gialloverde a un punto di non ritorno è la lettera giunta dall'Unione Europea, la cui risposta dovrà essere tanto rapida quanto convincente, ma le grossi nubi che avvolgono Palazzo Chigi difficilmente permetteranno ai suoi inquilini di partorire una difesa che potrà accontentare Bruxelles. Durante il colloquio con il presidente del Consiglio, Mattarella ha consigliato, adesso che la campagna elettorale è finita, di misurare e frenare toni, parole e pretese.

Le raccomandazioni

In tal senso, il presidente della Repubblica invita innanzitutto a rispondere alla missiva della Commissione europea, che ha sanzionato l'Italia sul percorso di rientro del debito pubblico, mentre Salvini replica la necessità di cambiare le regole:

In secondo luogo, Mattarella consiglia di affrontare (il 5 giugno) le raccomandazioni sul Def sull'andamento dei conti, nell'ambito del semestre europeo. Detto in altri termini, la tenaglia tra deficit e debito, secondo un calcolo ben noto al Quirinale, potrebbe costarci 50 miliardi ogni anno, fino al 2023.