Lega in trionfo, flop del Movimento 5 Stelle, Pd che risale anche se si attesta ben lontano dal Carroccio. I risultati delle Elezioni Europee per quanto riguarda l'Italia rispecchiano più o meno fedelmente i tanti sondaggi di questi mesi. Il partito di Matteo Salvini ha sfondato il muro del 30 %, mentre il fronte pentastellato è sceso sotto il 20: gli equilibri che erano stati sanciti dal voto per le Politiche dello scorso anno si sono rovesciati a favore della Lega. Il Pd opera il controsorpasso nei confronti del M5S, supera il 20 % e svuota complessivamente le altre sinistre che non riescono a superare la fatidica soglia.

Se vogliamo analizzare questi dati, sembra evidente che molti elettori delusi del M5S hanno dato forza numerica alla Lega, mentre parte dell'elettorato progressista più 'radicale' ha scelto di credere nel progetto di Zingaretti e di puntare su un partito che ha ripreso a guardare più a sinistra. Inoltre il voto per l'Europarlamento, letto specificatamente in chiave dem, segna il superamento definitivo del 'renzismo'. Per quanto riguarda il resto d'Europa, l'ondata sovranista è stata meno devastante del previsto anche se c'è da segnare un dato molto significativo che arriva dalla Francia: l'ultradestra di Marine Le Pen ha infatti vinto il duello con Macron. Prevedibile, invece, la vittoria di Nigel Farage in un Regno Unito 'sospeso': fuori dall'UE, ma non ancora ufficialmente.

Salvini: 'Il governo va avanti'

In questi mesi si è molto discusso di un'eventuale ripercussione del risultato elettorale per le Europee sull'attuale governo ed in tal senso Salvini ha rassicurato il malconcio alleato penstastellato. "Da domani si riprende a lavorare per realizzare i punti del contratto di governo, ho dato la mia parola e questo governo con gli amici del M5S va avanti.

Questo era un voto per cambiare l'Europa, in Italia non cambia nulla. Oggi la Lega è il primo partito in questo Paese e faremo valere i nostri dirirti in Europa. Non utilizzeremo i nostri consensi per regolamenti di conti interni perché il mio avversario era e resta la sinistra". Matteo Salvini, nelle varie interviste seguite alla sua conferenza stampa, ha escluso di rispolverare la coalizione di centrodestra o un eventuale alleanza a due, quella auspicata da Giorgia Meloni che ha visto in crescita i consensi di Fratelli d'Italia.

"La mia parola vale più di qualunque altra cosa", ha ripetuto più volte anche se sembra evidente che, alla luce del maggiore peso elettorale, la Lega farà valere le priorità della propria agenda. "Le tasse sono il primo punto, bisogna abbassare le tasse agli italiani".

Zingaretti: 'Bipolarismo torna centrato sul Pd'

Nicola Zingaretti ha incontrato i giornalisti qualche minuto dopo Salvini e si è dichiarato soddisfatto dei consensi del Pd, cresciuti rispetto alle Politiche ed oggi, a tutti gli effetti, maggiori rispetto ai Cinque Stelle. "Certamente vincente la scelta di una lista unitaria ed il risultato delle urne ci soddisfa, il bipolarismo torna centrato sulla presenza del Pd. La vittoria di Salvini è inequivocabile, spetta a noi costruire un'alternativa".

Ha poi voluto indirettamente rispondere a Salvini che nel suo intervento ha parlato più o meno di un'affermazione sovranista nel Parlamento UE. "Non vedo assolutamente questa cosa, al contrario i sovranisti continuano ad avere un ruolo marginale nell'Europarlamento rispetto a coalizioni che credono in questa Europa".

Di Maio: 'Restiamo ago della bilancia'

I vertici del M5S hanno messo un pò di tempo ad uscire allo scoperto per commentare il voto, il crollo di quella che è stata la principale novità Politica degli ultimi anni era già stato annunciato dai flop ai vari appuntamenti amministrativi e regionali. Stavolta Luigi Di Maio non può guardare ad un virtuale (quanto inesistente) bicchiere mezzo pieno, anche se nel suo intervento cerca comunque di addolcire la pillola.

"Penalizzati dall'astensione, senza dubbio, soprattutto al sud - sottolinea il leader pentastellato - ma ora testa bassa e lavorare. Il M5S resta l'ago della bilancia di questo governo, da qui in avanti ci vuole più attenzione ai territori". Onestamente sembra la meno lucida delle dichiarazioni, ma è anche comprensibile. Il tempo degli illusionismi è finito perché da un anno a questa parte i Cinque Stelle sono forza di governo e da questo risultato si intuisce chiaramente che l'operato fin qui messo in atto è stato bocciato dagli italiani.

Il voto nel resto d'Europa

Il dato sicuramente più interessante arriva come già anticipato dalla Francia dove il Rassemblement National di Marine Le Pen è primo partito con oltre il 24 % dei voti, mentre la Republique en Marche del presidente Emmanuel Macron non supera il 22.

Crescono i Verdi guidati da Yannick Jadot, terzo partito del Paese con oltre il 13 %. L'ondata ecologista cresce anche in Germania dove i Verdi sono il secondo partito con oltre il 20 % dietro la coalizione CDU-CSU che ha il suo punto di riferimento nella cancelliera Angela Merkel. Nel Regno Unito in fase di stallo per il mancato divorzio dall'Unione Europea vince come ampiamente previsto il Brexit Party di Nigel Farage che si appresta, insieme ai tedeschi del CDU-CSU, a diventare il primo partito dell'Europarlamento: entrambi precedono la Lega. Per quanto riguarda le sinistre, volano letteralmente in Spagna e Portogallo, ma vengono sconfitte in Grecia. Sul fronte delle destre come previsto ci sono le nette vittorie in Ungheria (dove Orban supera addirittura il 50 %) e Polonia.

Un pò ovunque crescono i partiti del fronte Liberale per cui la nuova mappatura del Parlamento UE vede perdere consensi e conseguenti seggi per i due tradizionali blocchi Popolare e Socialdemocratico che adesso, per costituire una maggioranza, devono necessariamente guardare ai citati Liberali e Verdi. Il fronte sovranista di Salvini e Le Pen guadagna sicuramente seggi, ma non abbastanza da spostare gli equilibri.