A Marco Travaglio è passata la voglia di attaccare il M5S per la sonora sconfitta elettorale subita alle recenti Europee, ma gli è tornata quella di difenderli. Così il direttore del Fatto Quotidiano apre il suo consueto editoriale, pubblicato oggi, 30 maggio, sul suo giornale. I motivi di questa retromarcia sarebbero le 48 ore consecutive in cui mass media e politici si sono alternati nel narrare la disfatta dei 5 Stelle. Insomma, i pentastellati guidati da Luigi Di Maio gli sono tornati improvvisamente “simpatici”. Mentre altrettanto non si può dire del Pd.

Travaglio racconta di aver avuto una sorta di illuminazione mentre, martedì scorso, seguiva la puntata di DiMartedì, il talk show condotto dal collega Giovanni Floris. In quell’occasione, i volti più noti del Nazareno, come il segretario Nicola Zingaretti, l’ex premier Enrico Letta e l’ex Ministro del Lavoro Carlo Calenda, “messi in fila” uno dopo l’altro da Floris, lo avrebbero convinto a tornare tra le braccia del M5S perché “i tre parlavano come se fossero piovuti da Marte”.

Marco Travaglio inchioda Calenda, Letta e Zingaretti: ‘Piovuti da Marte’

Secondo il punto di vista di Marco Travaglio, l’apparizione quasi contemporanea dei vertici Pd, rappresentati da Zingaretti, Letta e Calenda, negli studi di La7, avrebbe rappresentato una pubblicità più che negativa per il Nazareno.

Sembrava, infatti, che il Pd avesse ottenuto il "100% dei voti”, mentre i tre illustri ospiti “parlavano come se fossero piovuti da Marte”, come se loro non fossero mai andati al governo dell’Italia negli ultimi anni e che tutti i mali del nostro Paese dipendessero da “12 mesi di governo gialloverde” e non da “25 anni di destra&sinistra”.

‘Quelli del Pd fingevano di aver vinto le Europee’

A Enrico Letta, Travaglio rinfaccia di aver governato con Berlusconi nel 2013, abolendo l’Imu “sulle ville e sulle regge dei miliardari”. Letta fa la morale a Di Maio per il caso Diciotti-Salvini, ma si era alleato non con un politico semplicemente con una persona indagata, bensì “col re degli imputati e dei prescritti”, implorandolo per giunta di non mollare il suo governo, anche dopo la condanna subita per evasione fiscale.

Per quanto riguarda Zingaretti e Calenda, invece, a DiMartedì avrebbero finto di "aver vinto le Europee”, nonostante abbiano portato il partito ad un ennesimo "minimo storico”.

‘La finta sinistra non ha nulla da ridere’

Insomma, secondo Travaglio bastano “altre due-tre puntate di TeleNazareno e la rinascita del M5S è fatta”. Le risate in diretta tv dei tre politici del Pd avrebbero già spostato voti e simpatie in favore del leader pentastellato il quale, ecco un altro passaggio importante, sarebbe “riuscito in un anno a fare più leggi giuste e di sinistra del Pd" nella sua intera esistenza. Ma quella che Marco Travaglio definisce con disprezzo la “finta sinistra” se la starebbe ridendo senza avere proprio niente da ridere.

Lo scopo del Pd sarebbe quello di vivere di rendita prendendosi i voti degli anti salviniani, così come ha fatto per anni con gli anti berlusconiani. Per concludere, si tratta “dell’eterno teatrino destra-sinistra, buono per fregare gli elettori”: far fuori il M5S per poi fare finta di combattere le destre, salvo “inciuciarci”. Ma non è detto che stavolta il giochetto riesca al Pd.