Si avvicina l'appuntamento con le elezioni europee. Un appuntamento che vorrà dire molto sia per l'Italia che per l'Europa. Si attende con ansia, ad esempio, di conoscere se davvero Matteo Salvini riuscirà ad acquisire sul campo quei risultati che, al momento, gli vengono riconosciuti da quasi tutti i sondaggi: ossia un consenso attorno al 30%. Un risultato strepitoso se si considera che, prima del suo avvento, la Lega viaggiava ben al di sotto del 10%. Una scalata favorita da un personaggio che ha saputo accentrare su di sé tante simpatie, ma anche antipatie.

Il tutto è frutto di una ricerca del consenso maturata attraverso una peculiare caratteristica di riuscire a parlare alla pancia della gente, senza curarsi di urtare sensibilità che potrebbero essere opposte alla sua. Nelle ultime settimane, in particolare, sta facendo rumore uno scambio di battute con alcuni esponenti della Chiesa Cattolica. Sulla questione è intervenuto a gamba tesa Vittorio Sgarbi che non ha avuto remore nell'attaccare alti prelati, prendendo quasi le difese del leader del Viminale.

Salvini-Chiesa: dissidi che partono da lontano

Salvini non ha mai negato la sua fede cattolica. Pur ammettendo la sua professione religiosa ha più volte sottolineato come possa considerarsi l'ultimo dei cattolici per via della sua esperienza di vita.

Lui stesso, ad esempio, fa spesso cenno al fatto che è divorziato e pertanto non può fare la Comunione. Ma i motivi per i quali finisce per beccarsi con alcuni uomini della Chiesa sono essenzialmente due. Il primo è che, dal Vaticano, molto spesso si è fatto appello all'accoglienza quasi incondizionata. Una dottrina che, invece, mal si sposa con la politica dei "porti chiusi" e della strada sbarrata alle Ong.

Salvini rivendica la cristianità della sua politica, dettata dall'intento di scoraggiare la partenza per evitare che migliaia di persone partano con il rischio di perdere la vita in mare. L'altro aspetto su cui è maturato lo scontro nelle ultime settimane riguarda, invece, l'uso dei simboli religiosi nei comizi di Salvini, ad uso strumentale secondo l'opinione di alcuni vescovi.

Sgarbi se la prende con i vescovi

Sulla questione, attraverso un tweet, è intervenuto Vittorio Sgarbi. Lo ha fatto a suo modo, senza utilizzare giri di parole. "Non deve - ha avuto modo di scrivere - suscitare scandalo Salvini che bacia il crocifisso, ma i vescovi che non lo fanno perché troppo impegnati a fare politica". Parole che, in un certo senso, sembrano difendere l'operato ed i gesti del Ministro dell'Interno, ma che attaccano gli uomini della Chiesa che escono dal proprio campo andando ad invadere quello politico.