Nella puntata speciale di Quarta Repubblica, il talk show di Rete 4 condotto da Nicola Porro, andata in onda martedì 28 maggio, si è discusso, tra le altre cose, della cocente sconfitta elettorale del M5S e del destino politico del movimento fondato da Beppe Grillo. A parlarne negli studi Mediaset Porro ha invitato il critico d’arte Philippe D’Averio (candidato con Più Europa di Emma Bonino), i giornalisti Franco Bechis e Alessandro Sallusti, ma soprattutto Vittorio sgarbi, la cui feroce antipatia per i pentastellati, soprattutto nei confronti di Luigi Di Maio, è nota universalmente.

Sgarbi, con il suo solito linguaggio colorito, condito da improperi e parolacce di ogni tipo, ha portato avanti la sua tesi che il M5S non abbia solo perso una tornata elettorale, ma sia praticamente arrivato alla fine della sua parabola storica e politica. Il povero Porro è costretto a riprenderlo più volte, rammentandogli che, vista l’ora, non è il caso di usare tutte quelle parolacce.

Sgarbi affonda il M5S: ‘Aspettavo il loro declino, lo sto vedendo’

“Stanno tutti cercando di far fuori Di Maio a questo punto? Tu non sei un suo grande estimatore ma cerca di avere un atteggiamento lucido nei suoi confronti”. Così Nicola Porro chiede a Vittorio Sgarbi un parere sulla cocente sconfitta del M5S nelle elezioni Europee.

“Dopo che l’ho attaccato per primo in maniera così vistosa, oggi non posso che essere soddisfatto del risultato, ottenuto in due tappe - esordisce il critico d’arte - Quella seduto sul cesso che ha fatto storia e ha portato anche molte polemiche e quella in parlamento dove non ho dato la fiducia dicendo che Conte è il vicepresidente di due vicepresidenti, e che io aspettavo serenamente il loro declino.

Lo sto vedendo. Il declino non è solo quel risultato, il 17% che li pone a 30 punti di distanza dal 17% da cui partiva Salvini. Ma era vedere i ballottaggi (delle Amministrative ndr). Sono al 3, 5, 6%, fin troppo per quello che meritano, finiranno nel nulla perché sono un partito che non ha idee, che non ha uomini, che non ha capacità, che non ha eletti, che non ha nessuno, uno peggio dell’altro”.

L’attacco a Beppe Grillo: ‘Il primo ad averli uccisi è il loro padre’

“Perché poi, fondamentalmente - prosegue nella sua offensiva anti M5S Vittorio Sgarbi - quello che li ha uccisi è quello che li ha fondati: non si è visto Grillo in nessun momento della campagna elettorale. Lui è il loro assassino. D’altra parte lui aveva fatto una meravigliosa campagna elettorale mettendo insieme il 32% a forza di vaff...Loro hanno rinunciato alle parolacce per diventare eleganti e raffinati. Il suo volto - spiega Sgarbi - era un insieme singolare e particolarmente vaporoso di voti di insoddisfatti che erano abituati o a non votare o a votare mer.., cioè a scrivere cose che rendevano poi la scheda nulla. Tu al posto di mer..

scrivi Grillo e la scheda diventa utile, quindi Grillo è la mer.. utile, ma più di mer.. non è. Quindi con la mer.. non fabbrichi. Non sono al 17% ma al 3%. Ci sono molti bravi ragazzi, nessuno è meno di Di Maio, io li conosco quasi tutti. Bravi ragazzi arrivati lì per caso e alcuni per caso anche molto intelligenti. Ma i voti si prendono con le preferenze individuali, non con i voti di Grillo a cascata. Non c’è uno solo che ha avuto un voto, non sono legittimamente eletti. Non valgono nulla, sono lo zero assoluto e il primo ad averli uccisi è il loro padre. Quindi non c’è più il Movimento, i 5 Stelle sono finiti, sono delle bare. Non esiste il voto di opinione, è voto di cog… di chi è rimasto ancora fissato e vota M5S non sapendo che sono morti. Sono spariti come L’uomo qualunque di Giannini. Sono morti che camminano”.