Il guerrigliero del Movimento 5 Stelle è pronto a ridiscendere in campo. Alessandro Di Battista lo ha ribadito a chiare lettere nella sua ospitata su La7, da Lilli Gruber. Le sue parole non saranno certamente piaciute al leader leghista Matteo Salvini, ma è noto che tra i due non corre buon sangue e che vige una pax armata nemmeno tanto 'pax', alla luce delle frequenti stilettate del 'duro e puro' pentastellato nei confronti dell'alleato di governo del suo partito. Ma non saranno piaciute nemmeno all'establishment grillino, quello che al momento si riconosce nel leader Luigi Di Maio.

Quest'ultimo è sopravvissuto politicamente al flop elettorale delle europee, ma non è chiaro dove possa convergere la maggioranza del M5S nel momento in cui 'Dibba' decida davvero di porre fine al suo 'esilio' volontario (nemmeno tanto esule, alla luce dei suoi frequenti interventi di carattere politico). Dunque la notizia, pronunciata dal diretto interessato, avrà fatto letteralmente sobbalzare dalla sedia anche Di Maio ed i suoi fedelissimi. Tanto per la cronaca, Di Battista ha detto chiaro e tondo dalla Gruber che se l'esecutivo dovesse venir meno da qui al prossimo 15 luglio "mi candido al 100 per 100", aggiungendo inoltre che chiederà di "non considerare questa legislatura nel computo del limite dei due mandati previsto dalle nostre regole".

Le due anime del Movimento

Nel suo libro "Politicamente scorretto" appena pubblicato, Di Battista non risparmia accuse a Luigi Di Maio e lo critica sulla direzione Politica del Movimento. Alla Gruber, 'Dibba' ha sottolineato che "con Di Maio c'è un buon rapporto", ma sembra ovvio che qualcosa si sia incrinato tra i due ex delfini di Beppe Grillo.

Allo stato attuale, sembra che i due rappresentino due opposte correnti di pensiero all'interno del M5S: Di Maio è ovviamente il portavoce di coloro che vorrebbero continuare l'esperienza di governo con la Lega, mentre Di Battista potrebbe virtualmente rappresentare quella parte 'ortodossa' che è stufa del 'matrimonio' con il Carroccio, sta soffrendo per l'evidente perdita di consensi e teme che le schiere degli elettori pentastellati siano fagocitate da Salvini: processo che, dati alla mano, è già in atto.

Costoro sperano dunque che la legislatura finisca al più presto. Alla domanda su chi sarebbe il frontman del M5S in caso di elezioni anticipate, comunque, risponde in maniera diplomatica. "Luigi è il capo politico e dovrebbe esserlo per altri tre anni - dice Alessandro Di Battista". Su Giuseppe Conte dice "non so se si ricandiderà", e questo fa cadere un pò tutti dalla sedia visto che l'attuale premier non è mai stato candidato, ma forse potrebbe voler significare tra le righe che l'attuale presidente del Consiglio potrebbe valutare l'idea.

'Salvini ha scelto di mettere Radio Radicale prima degli italiani'

Ovviamente non risparmia le sue consuete critiche nei confronti di Matteo Salvini, ormai un bersaglio frequente per l'ex deputato che pure lo scorso anno era un sostenitore convinto del contratto di governo.

Dal suo punto di vista "Salvini non è affatto un fascista, direi che è più un conformista". E tra le critiche che gli muove su discussioni politiche recenti c'è quella di "aver scelto di mettere Radio Radicale prima degli italiani".