Da pochi giorni è scoppiata la polemica, ancora una volta. Già l'anno scorso, dopo essere apparso durante un'edizione del Tg1, il crocifisso al collo della giornalista Marina Nalesso aveva fatto sì che nascessero diverse critiche che poi si erano placate. La diretta interessata si era difesa: "Qualcuno mi ha espresso solidarietà, alcuni si sono avvicinati, però devo dire che c'è stato molto silenzio. Probabilmente molte persone non condividono, ma in fondo ognuno è fatto in modo diverso". Successivamente ha dichiarato di essere determinata e ferma nella sua scelta e di non aver avuto mai ripensamenti.
Questa volta nell'edizione delle 13 del Tg2 la giornalista è stata nuovamente bersagliata per la medesima questione di portare al collo un vistoso crocifisso, durante la conduzione del telegiornale.
Simboli religiosi in tv: le opinioni di chi è contrario
Tra chi manifesta idee contrarie a questa scelta vi è sicuramente il giornalista Michele Serra che ha esortato esplicitamente ad evitarlo su La Repubblica di qualche giorno fa, ne L'Amaca. Poi ha preso come riferimento la Francia, in cui sarebbe raro, se non impossibile, imbattersi in una simile situazione davanti allo schermo televisivo. "Fa sempre una certa impressione. Si tratta del Tg2 (quello delle 13), privatizzato dal governo sovranista, con l’implicito logo Dio Patria Famiglia che incombe su ogni inquadratura.
Con una compattezza formale che perfino memorabili tigì non blended, come Telecraxi e Telekabul, nemmeno si sognavano", scrive il noto giornalista.
In Italia, però, la Costituzione all'articolo 19 sancisce la libertà di ognuno di poter praticare anche pubblicamente la propria fede, oltre a conferire parità a tutte le confessioni religiose con l'articolo 8.
Michele Serra termina il suo scritto con un'ulteriore esortazione: questa volta ai colleghi. Invita a sospendere per i minuti della messa in onda del telegiornale "la battaglia", riponendo il crocifisso al di sotto della camicetta.
A questa diatriba si è aggiunto il conduttore e caporedattore di TgZero su Radio Capital Edoardo Buffoni che ha espresso il suo pensiero su Twitter.
“Anche oggi, Tg2 con crocifisso. Con tanti saluti ai contribuenti Rai non cristiani”
Una disputa senza fine
Purtroppo la polemica non è finita qui. Dopo le critiche pronunciate, Michele Serra ne ha ricevuto altrettante. Accusato di cristofobia e crocifissofobia, in risposta a questi biasimi il giornalista ha ricambiato da parte sua contro "un paio di giornalisti di destra e disonesti lettori" ne L'Amaca del 19 giugno, intitolata "Satanista tua sorella". Lo scritto ha generato, a catena, ancora altre accuse on line che lo vedono come "massone e servo dell'Islam".
Invano Michele Serra si è difeso dalle critiche, sostenendo di aver più volte dichiarato di non vedere bene nemmeno lo spirito genocida dello jihadismo, l'ebraismo spinto e perfino "l'iperateismo quando diventa a sua volta fondamentalista".