È previsto per la prossima settimana l’arrivo nell’aula del Senato del disegno di legge Catalfo (dal nome della prima firmataria, la senatrice del M5S Nunzia Catalfo), con il quale il governo gialloverde ha intenzione di introdurre il salario minimo garantito: 9 euro lordi all’ora previsti nel contratto collettivo nazionale di lavoro. La Lega, dopo la pace ritrovata con l’alleato pentastellato, ha ritirato i suoi emendamenti che bloccavano da mesi l’iter legislativo, ma restano ancora alcuni aspetti da limare prima di arrivare al voto finale. In attesa dell’introduzione della misura, chi prova a bloccarla in ogni modo è Vittorio Feltri.

Il direttore di Libero scrive un editoriale di fuoco sul suo quotidiano, nel quale accusa il M5S di agire contro le più “elementari norme di mercato”. Luigi Di Maio e i suoi vengono persino accusati di avere una “mentalità terrona”. Feltri si rivolge anche all’altro Vicepremier, Matteo Salvini, chiedendogli di bloccare la legge sul salario minimo.

L’editoriale di Vittorio Feltri: ‘Salvini ferma questa roba’

‘Matteo Salvini, ferma questa roba’. È già tutto un programma il titolo dell’editoriale scritto da Vittorio Feltri il 12 giugno su Libero. Il giornalista si riferisce al disegno di legge che introduce il salario minimo garantito che, come già accennato, sta per essere approvato in Senato la prossima settimana.

Il suo è un appello accorato al leader leghista, l’unico nel governo che secondo lui abbia ancora “un po’ di sale in zucca”, affinché si opponga ad una misura ritenuta insensata e negativa. Ma prima di rivolgersi a Salvini, il direttore parte in quarta ad azzannare il M5S, padrino politico della misura, e ritenuto per questo unico vero responsabile.

‘Di Maio rompe l’anima a tutti con il salario minimo garantito’

Il leader pentastellato Luigi Di Maio viene drasticamente bollato come uno che “rompe l’anima a tutti con il salario minimo garantito”, senza avere la minima idea “che esistono già i contratti sindacali”. Come sono già previste sanzioni pesanti per le aziende che trasgrediscono alle regole.

Il rischio è che questa nuova norma voluta dagli “accattoni” a 5 Stelle vada ad ingessare l’economia, invece di favorirla. Il precedente negativo dei grillini con il reddito di cittadinanza, punta il dito Vittorio Feltri, starebbe lì a dimostrare la loro incapacità, visto che si è rivelato un “formidabile casino, incassato da furbi e furbetti” che hanno un lavoro in nero, oppure da “mafiosi e camorristi” che hanno fatto in modo di risultare “nullatenenti”. Insomma, il reddito sarebbe “una delle iniziative più idiote assunta dalla Repubblica italiana”. E adesso, tanto per essere chiari, l’introduzione del salario minimo servirà solo a “completare l’opera distruttiva ai danni dell’impresa”. Il giornalista bergamasco dimostra di disprezzare i salari bassi, lasciati volentieri agli “straccioni incapaci”.

Niente “pubblica carità per i fannulloni” e basta pure con una “mentalità terrona” che si scontra con le più “elementari norme del mercato”. E Di Maio, conclude col botto Feltri, dovrebbe pensare solo a cancellare la “stupidità dei pentastellati” che si sono dimostrati “ancora più fessi dei compagni” comunisti.