Il caso Sea Watch continua ancora ad appassionare gli italiani e a riempire le cronache giornalistiche. L’imbarcazione della Ong è ancora ormeggiata a poca distanza dall’isola di Lampedusa, ma l’autorizzazione all’attracco sul territorio italiano al momento non è arrivata. Il faccia a faccia più duro è quello tra il capitano (la capitana) della Sea Watch 3, la tedesca Carola Rackete, e il Ministro dell’Interno Matteo Salvini. Ma il governo italiano guidato da Giuseppe Conte è schierato compattamente nella sua richiesta di rispettare la legalità.

Per questo le autorità di Roma hanno chiesto chiarimenti al governo olandese, la cui bandiera campeggia sulla nave degli umanitari. A parte una delegazione di parlamentari di sinistra, salita a bordo per offrire solidarietà ai profughi, la maggioranza degli italiani sembra stare con Salvini. È il caso anche di Marco Travaglio, il direttore del Fatto Quotidiano non certo tacciabile di salvinismo, il quale ricorda come la Sea Watch e la sua capitana stiano volando troppe leggi e non possono essere certo considerati i buoni di questa vicenda.

L’editoriale di Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: ‘L’ora illegale’

Se su Matteo Salvini e i sovranisti non ci sono dubbi circa la posizione tenuta nel caso Sea Watch, ovvero scontro frontale con la Ong e con la capitana Carola Rackete, non era invece affatto scontato che Marco Travaglio prendesse le difese del governo italiano contro gli umanitari.

Certo, il direttore del Fatto non sostiene certo di affondare la nave, come ha fatto la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. E non riversa certo tutte le colpe sulla Ong, ma assegna comunque la maggiore responsabilità di quello che sta accadendo proprio alla Rackete. Secondo Travaglio l'imbarcazione avrebbe "violato una serie innumerevole di norme", sia italiane che internazionali, una condotta che non le verrebbe consentita da nessuno "Stato di diritto del mondo libero”.

Il giornalista ricorda come la Sea Watch non abbia firmato nel 2017 il cosiddetto Codice di regolamentazione, introdotto dal predecessore di Salvini al Viminale, Marco Minniti, e si sia spinta fino alle acque territoriali libiche per soccorrere i migranti.

Travaglio: ‘Carola Rackete idolatrata da una sinistra a corto di idee’

L’opinione di Marco Travaglio è che la Sea Watch 3 “avrebbe dovuto far rotta sul porto sicuro più vicino", quello maltese o tunisino, invece di decidere consapevolmente di puntare su Lampedusa allo scopo, accusa il giornalista, di “creare l’ennesimo incidente” diplomatico con le autorità italiane fautrici della Politica dei porti chiusi. Del diniego opposto da Roma allo sbarco, la capitana Carola Rackete, “idolatrata da una sinistra a corto di idee e simboli”, se ne sarebbe letteralmente “infischiata”. Insomma, secondo Travaglio, “non esiste un diritto di accesso alle acque territoriali di uno Stato in violazione delle sue norme”.

Mentre la Rackete ha “calpestato” sia la sentenza negativa di un Tribunale italiano che di quello comunitario. Certo, per Travaglio si tratta di una battaglia condotta dalle opposte propagande "sulla pelle dei migranti” e i profughi dovranno sbarcare al più presto. Ma, conclude lanciando un monito, “nessuno ci venga a raccontare che da una parte ci sono i buoni (l’eroica capitana) e dall’altra i cattivi (gli italiani xenofobi)”. L’Italia ha tutto il diritto di difendere i suoi confini.