Gli elettori italiani sono sempre più scontenti, o meglio stanchi, dei continui litigi tra i vice premier Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Al mattino la crisi di governo sembra inevitabile, al pomeriggio si alzano i toni, ma prima che scenda la notte, il dialogo è ristabilito (o quasi). I due leader, ormai, si trascinano così da mesi e il 55% degli elettori, stanco della situazione, sta perdendo interesse - e fiducia - nella Politica. È questo il quadro generale che emerge dalla rilevazione demoscopica realizzata da Noto Sondaggi e pubblicata nell'edizione del Quotidiano Nazionale di oggi, domenica 21 luglio.

Scontro continuo

"Torniamo al voto". "No, continuiamo insieme": i litigi tra il ministro dell'interno Matteo Salvini e il ministro del Lavoro Luigi Di Maio, non sono più un'eccezione, ma sono diventati la regola. Non è servito a nulla il "richiamo ufficiale" (con tanto di conferenza stampa) del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Puntualmente, infatti, si ripete lo stesso canovaccio: prima, con parole forti, si accusano gli avversari, poi si minaccia la crisi ed infine, si ritorna al dialogo.

Il terreno di scontro è immenso. Nei giorni scorsi, ad esempio, la Lega, si è rifiutata di appoggiare l'elezione di Ursula Von Der Layen alla presidenza della Commissione europea. Dopo il solito teatrino "fuoco e fiamme" (in cui si è paventato addirittura un incontro al Quirinale), tutto è rientrato, ma la tregua è durata poco.

Nemmeno dodici ore più tardi, infatti, si è aperto un altro fronte: Matteo Salvini ha chiesto la sostituzione dei ministri Elisabetta Trenta e Danilo Toninelli (entrambi i pentastellati, secondo il leader del Carroccio, direbbero troppi "no"). L'ennesimo diktat, ovviamente non è andato giù al M5S che, a sua volta, ha replicato alla Lega.

Anche questa vicenda si rivelerà un fuoco di paglia? Vedremo nei prossimi giorni.

Il sondaggio

Questo infinito tira e molla, però, oltre minare la credibilità dell'Esecutivo, sta esasperando gli italiani. Secondo l'indagine di Noto Sondaggi il 55% degli intervistati è stanco dei continui scontri. Un dato di per sé allarmante, ma che diventa ancora più preoccupante se si considera che, dopo ogni conflitto, il 59% ha dichiarato di sentirsi sempre più distante dalla politica e di perdere, di conseguenza, interesse per gli affari di governo.

Solo il 21% trova la situazione normale e la considera semplice dialettica politica. La continua frizione tra Salvini e Di Maio, inoltre, ha ripercussioni anche sull'economia. Il 63%, infatti, è convinto che l'attuale instabilità politica possa diminuire gli investimenti sia delle aziende che delle famiglie.

La rilevazione mette in evidenza anche un altro aspetto da non sottovalutare. Ad inizio 2019, il 55% degli italiani diceva di stimare questo governo e credeva potesse portare al termine la legislatura. Ora, questa percentuale è crollata al 31% e sei cittadini su dieci pensano che l'alleanza gialloverde finirà bene prima del 2023. L'agenda politica autunnale, infatti, si prospetta complicata e la ormai imminente manovra di bilancio, potrebbe configurarsi come casus belli.

Secondo il 63% degli intervistati, infatti, la futura programmazione economico-finanziaria potrebbe aumentare le ostilità ed il divario interno.

Nonostante tutto, però, l'ultimo sondaggio curato da Supermedia ha confermato la Lega di Matteo Salvini primo partito in Italia (in crescita di 1,3 punti) con un consenso pari al 36,9%, Arranca, però, il M5s (al 17,6%). Il Pd, invece "resiste" al 22,6%, mentre Forza Italia non va oltre il 7,1%.