La vicenda che riguarda la Sea Watch e l'arresto di Carola Rackete ha fatto alquanto discutere nel mondo dei media e della Politica, sia a livello nazionale che europeo e mondiale. Lo stato di fermo della giovane capitana dell'imbarcazione olandese della Ong è stato considerato positivo da parte di alcuni politici critici delle ONG, come il ministro dell'Interno Matteo Salvini, e criticato da politici e associazioni sostenitori o legati alla realtà delle organizzazioni umanitarie non governative. Proprio a proposito delle stesse ONG, recentemente è intervenuto anche il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio.

Secondo il procuratore di Agrigento i porti della Libia non sono sicuri e le ONG non hanno contatti con i criminali

Andando maggiormente nei particolari e stando a quanto riportato da un articolo della Repubblica, Patronaggio ha sostenuto che i porti e la zona Sar della Libia non sono sicuri e ha affermato che il respingimento dei migranti verso il paese nordafricano è vietato dal diritto internazionale. Inoltre, il procuratore siciliano ha dichiarato che non esistono prove di legami tra le organizzazioni umanitarie non governative e i trafficanti di esseri umani. Per essere più specifici, il procuratore di Agrigento ha affermato ciò durante un intervento tenuto presso le commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera.

La critica nei confronti del decreto sicurezza bis e il rischio degli 'sbarchi fantasma'

Durante il suo discorso alla Camera, Luigi Patronaggio ha anche dato un'interpretazione critica del decreto sicurezza bis. Come riporta un articolo di Fan Page, il procuratore della cittadina sicilia ha polemizzato sopratutto con l'introduzione dell'illecito amministrativo contenuto nel decreto voluto per volere di Salvini.

Difatti, sempre secondo Patronaggio, lo stesso illecito amministrativo è stato volutamente introdotto al fine di ostacolare le operazioni di salvataggio dei migranti fatte dalle ONG. Oltre a ciò, lo stesso procuratore di Agrigento ha comunque rimarcato di condividere quelle parti del decreto in cui si parla di inasprire le pene nei confronti dei trafficanti di esseri umani.

Inoltre, il procuratore siciliano ha parlato anche di quello che ha ritenuto il 'vero rischio' legato agli attuali flussi migratori di massa diretti verso l'Italia e l'Europa. Entrando nei dettagli, Patronaggio ha parlato della problematica relativa ai cosiddetti 'sbarchi fantasma', che riguarderebbero sopratutto barchini che partono dalla Tunisia. Su ciò, il procuratore ha aggiunto che non raramente essi ospitano individui con precedenti penali o legami con il gruppi terroristici come l'Isis.