Da qualche giorno non si fa che parlare dell'uccisione del vice brigadiere Mario Cerciello Rega. Una notizia che ha colpito sia per l'efferatezza del crimine (il carabiniere è stato ucciso con 11 coltellate) che per la storia personale della vittima, che si era sposata poche settimane fa. In molti (famosi e non) hanno commentato il crimine sui social, auspicando pene dure per i responsabili del delitto. Un augurio che anche Bruno Vespa ha scelto di rendere pubblico su Twitter, non mancando, però, di generare qualche mugugno. La motivazione risiede nel fatto che il popolare giornalista e conduttore aveva manifestato l'auspicio che le pene per i due americani, responsabili del fatto, potessero essere severe e certe come quelle che gli sarebbero state inflitte se il crimine fosse stato commesso e giudicato negli Stati Uniti.

Il pensiero di Vespa, però, è stato frainteso da qualche utente della rete, ragion per cui il giornalista è stato chiamato ad intervenire nuovamente per chiarire il proprio punto di vista.

Il primo tweet di Vespa suscita la reazione degli utenti social

"Ah, se gli studenti americani assassini del carabiniere - ha postato Vespa - fossero puniti come lo sarebbero negli Stati Uniti....". Parole dure, condivisibili, ma che in qualcuno hanno generato il sospetto che il giornalista alludesse al fatto che nella giustizia americana, sia contemplata, almeno in alcuni stati, ancora la pena di morte. Nelle risposte i toni sono stati abbastanza polemici. C'è chi, ad esempio, ha ritenuto abbia sprecato un'occasione per tacere.

"Perchè scrive queste stupidaggini giuridiche?" ha tuonato qualcun'altro, evidenziando come Vespa abbia una laurea in giurisprudenza e abbia una moglie magistrato. C'è stato anche chi ha sottolineato come gli Stati Uniti d'America con le loro leggi e i loro reati non rappresentino certo un modello educativo, considerata la facilità con cui i giovani arrivano ad impugnare armi ed a compiere atti che riempono le pagine della Cronaca Nera.

Vespa dice di essere contro la pena di morte

Alle innumerevoli provocazioni, però, Vespa ha scelto di rispondere unicamente a quelle che fanno riferimento al fatto che in America, in qualche caso, è prevista la pena capitale.

È arrivato, perciò, qualche instante dopo un nuovo tweet in cui esplica in maniera chiara ciò a cui faceva riferimento. "A chi ha capito male, sono contrarissimo alla pena di morte, ma negli Usa chi ammazza un poliziotto resta dentro 40 anni senza permessi...". Vespa, perciò, alludeva alla certezza della pena e alla mancanza di attenuanti o sconti per chi si macchia di un delitto atroce come quello che ha tolto la vita al vice brigadiere Mario Cerciello Rega.