Daniele Capezzone ha un passato da parlamentare, ma dal 2018 ha scelto di non candidarsi in Parlamento ed è tornato alla sua professione di giornalista. Nelle ultime ore è apparso sul sito del collega Nicola Porro (nicolaporro.it) un articolo in cui sferra un attacco particolarmente duro nei confronti dei parlamentari che, nei giorni delle tensioni sul caso Sea Watch, sono saliti a bordo dell'imbarcazione dell'Ong tedesca. Stavolta la critica non riguarda unicamente la scelta di predicare l'accoglienza da parte delle organizzazioni no-profit, ma anche alcuni fatti che sarebbero stati rivelati dai retroscena che Carola Rackete avrebbe raccontato in un'intervista a Repubblica.

I nomi chiamati in causa sono di quelli di Delrio, Faraone, Fratoianni, Magi e Orfini

L'azione di Carola ha creato pareri discordanti

La Sea Watch, per entrare nel porto di Lampedusa, ha dovuto forzare il blocco navale italiano. Lo ha fatto con una manovra della comandante tedesca Carola Rackete. C'è chi la ritiene un'eroina per la scelta di violare le leggi, noncurante di quelle che sarebbero state le conseguenze, in nome della tutela delle vite dei migranti a bordo della sua imbarcazione. C'è invece chi ritiene vada punita per essere andata oltre la legge. Chi stava dalla sua parte erano sicuramente i cinque parlamentari facenti capo a Partito Democratico e Liberi e Uguali. Capezzone, senza particolari remore nel manifestare il proprio dissenso nei loro confronti, li definisce "deputati crociersti" per il fatto che, nei giorni in cui la Sea Watch è rimasta a largo, hanno trascorso del tempo a bordo della nave Ong.

A rendere particolarmente grave, secondo Capezzone, sarebbe quanto Carola Rackete ha raccontato in un'intervista a Repubblica. A quanto pare la decisione di attraccare a Lampedusa, andando anche contro le regole, sarebbe avvenuta in loro presenza.

Carola avrebbe aggravato la posizione dei parlamentari

“Hanno partecipato - avrebbe dichiarato Carola Rackete - al briefing in cui ho informato l’equipaggio che avrei attraccato di lì a poco”.

Il passaggio chiave, per Capezzone, sarebbe quello in cui rivela che non hanno provato a fermarla. Un fatto che sarebbe grave per dei parlamentari. "Mi auguro - ha scritto Capezzone - che in queste ore i cinque smentiscano in modo pubblico, netto e circostanziato le affermazioni della Rackete". Si tratterebbe di un fatto in cui verrebbe fatto passare quasi il messaggio che l'Italia sia "uno spazio senza regole".

Capezzone sferra l'attacco finale, evidenziando che non gli viene in mente nessun Paese dell'Occidente in cui sarebbe potuta accadere una cosa simile o dove i cinque non sarebbero stati spinti alle dimissioni.