Dopo quello con la Sea Watch, si profila un nuovo scontro tra Ong e Matteo Salvini. Nel tardo pomeriggio di giovedì 4 luglio, infatti, il veliero alex della Ong italiana Mediterranea Saving Humans ha reso noto via Twitter di aver messo in salvo, facendoli salire a bordo, 54 profughi, tra i quali ci sarebbero anche 11 donne (di cui tre incinte) e quattro bambini. Il salvataggio è avvenuto in zona SAR libica, per questo il Ministro dell’Interno si era premurato di avvertire l’equipaggio del natante umanitario di dirigersi verso la Tunisia se il loro scopo è quello di salvare vite umane.

Poche ore dopo, però, la stessa Mediterranea ha annunciato di aver chiesto l’assegnazione di Lampedusa come porto sicuro più vicino e ora punta verso nord, in rotta verso l’isola siciliana. Secondo alcune fonti, pare che a bordo ci sia anche il parlamentare di Sinistra Italiana Erasmo Palazzotto.

I Tweet di Mediterranea che ignora l’alt di Salvini

Sono le 18:00 circa di un torrido pomeriggio di giovedì 4 luglio quando la Ong Mediterranea comunica via Twitter che “tutti i 54 naufraghi (appena salvati in acque libiche ndr) sono stati salvati e si trovano adesso a bordo di Alex. Tra loro 11 donne (tre incinte) e quattro bambini. Motovedetta libica arrivata tardi, prima intima l'alt, poi si allontana dalla scena”.

Una notizia che Matteo Salvini ha accolto su Facebook invitando l’equipaggio della Ong, “se ha davvero a cuore la salvezza degli immigrati”, a fare rotta verso quello che secondo lui è il porto sicuro più vicino, ovvero la Tunisia. Mediterranea, però, decide di ignorare l’alt del Ministro dell’Interno e, poco dopo le 21:00, cinguetta ancora: “Alex sta facendo rotta verso Nord, fuori dalla zona SAR libica.

Abbiamo chiesto a ITMRCC Roma l'assegnazione urgente di Lampedusacome porto più vicino di sbarco per le 54 persone salvate a bordo”.

Alessandra Sciurba conferma: ‘Abbiamo chiesto lo sbarco immediato a Lampedusa’

Quasi contemporaneamente all’annuncio di voler fare rotta su Lampedusa, la portavoce di Mediterranea, Alessandra Sciurba, anche lei a bordo del veliero Alex, viene contattata in diretta, tramite telefono satellitare, dalla trasmissione di La7 In Onda.

“Ci vorrà fino a domani mattina per arrivare a Lampedusa. Quello che abbiamo chiesto è lo sbarco immediato di queste persone anche con l’ausilio delle autorità europee -dichiara la Sciurba ai conduttori David Parenzo e Luca Telese - abbiamo avuto al telefono molte volte le autorità italiane oggi, le abbiamo informate costantemente di quello che stavamo facendo e adesso abbiamo mandato questa comunicazione chiedendo lo sbarco immediato anche con mezzi delle autorità europee nel porto sicuro più vicino, cioè Lampedusa”, ribadisce la pasionaria della Ong di Luca Casarini. Ma Telese la incalza. “Perché voi chiedete lo sbarco a Lampedusa o non a un porto tunisino, come mai questa scelta? Lo spiega a tutti quanti?”, le domanda.

“Nella sentenza che riguardava la capitana di Sea Watch, Carola Rackete - questa la risposta della portavoce di Mediterranea - si è chiarito che la sua scelta di dirigere su Lampedusa non era strumentale ma obbligata, perché il diritto del mare impone lo sbarco nel porto sicuro più vicino. La Tunisia non ha un sistema di asilo. Della Libia noi non vogliamo neanche sentirne parlare. È un’indecenza e una vergogna che ci siano politici che ancora dicono che la Libia è un porto sicuro e che hanno votato il rifinanziamento alle milizie armate che ogni tanto si travestono da guardia costiera”.